mercoledì 24 dicembre 2014

Click & Friends

I Kech durante la registrazione di Join The cousins, nov/dic 2004

Il 2015 che arriverà segnerà una ricorrenza che probabilmente racconterò qui sul blog. Dieci anni fa, nel 2005 venivano stampati "Join the Cousins" dei Kech e  "70" dei Primodraft, due dischi in cui sono certo di aver dato oltre al contributo batteristico e vocale (per quanto riguarda i cori) anche diversi spunti creativi. Colgo l'occasione per parlarne oggi perchè entrambi i dischi furono registrati in questo periodo, tra novembre e dicembre nel 2004 e in questo post desidero più che ricordare le canzoni, fotografare quei giorni, le suggestioni, le attese, le emozioni e i ricordi collegati a questa doppia esperienza.

Con i Kech alla fine del 2004 eravamo una band molto rodata, avevamo sulle spalle un centinaio di concerti e in alcuni di questi eventi avevamo l'impressione che la macchina che si muoveva intorno al gruppo fosse diventata più affidabile e potente. Il disco precedente era andato bene, aveva raccolto tante recensioni positive e nel mondo indie rock qualcuno parlava di noi. Per la prima volta da quando il gruppo si era formato avevamo delle persone che ci chiedevano di fare un disco nuovo ed erano disposte ad investirci dei soldi. Volevamo tutti riuscire al meglio in questa impresa, ricordo che affittai una batteria in acero bellissima e ogni sera tornavo a casa soddisfatto del lavoro svolto anche se in cabina di regia il fonico imprecava contro di me criticando il mio stile, le mie imprecisioni e generalmente sembrava condividere ben poco dei miei arrangiamenti. Lo studio dove registrammo mi stupì appena entrai. Io immaginavo una sala di ripresa con gli strumenti montati e invece sembrava di entrare in un normalissimo bilocale con una stanza stretta e lunga e sulla parete corta un piccolo vetro che lasciava intravedere la sala di regia. La batteria fu montata proprio davanti al vetro, davo le spalle al fonico che mi parlava attraverso le cuffie. Alla fine di ogni singola take chiedevo "come va?" e la risposta era: "ottimo, vai avanti così ma fanne ancora una" quando dimenticava di chiudere la comunicazione e il microfono restava aperto riuscivo a sentire la coda delle sue considerazioni che in maniera netta recitava un eloquente "fa cagare!". Alcuni momenti slegati dalla musica furono comunque indimenticabili. Il momento dello scatto della foto che ho incollato sopra per esempio. In quel periodo Nicola lavorava alla dipendenze di un'azienda che lo avevo inserito a stretto contatto con un manager appassionato di musica. Mi sembra che sapesse suonare anche la chitarra e tra i tanti hobby aveva anche quello della fotografia. Nonostante almeno 3/5 dei Kech non amassero apparire in foto non riuscimmo a dire di no alla sua voglia di fotografarci in studio e tra una registrazione e l'altra ci abbandonammo ad uno shooting fotografico sia in interno che in esterno. I risultati furono molto belli, ma non utilizzammo mai nessuna di quelle foto eccezion fatta per la locandina di un concerto a Bergamo sotto il nome Kinola quattro anni fa.

Con i Primodraft decidemmo di registrare un album per mettere un sigillo a tre anni di prove, le idee erano tante ma non tutte perfettamente a fuoco, forse perchè ci ritrovammo a registrare dei brani che avevamo composto anni prima e ci avevano ormai stancato. Per l'amicizia che mi legava ad ogni singolo componenente della band non saltavo mai un appuntamento, quando gli impegni dei Kech si moltiplicarono finii con l'essere logorato da questo sdoppiamento. Volevo continuare a suonare con entrambi i gruppi, avevo un'energia che spesso mi abbandonava improvvisamente ma trovavo sempre il modo di esserci, correndo il forte rischio di fare male con entrambi. Se con i Kech mi impegnavo molto a livello compositivo e di arrangiamento con i Primodraft mi accontentavo della prima bozza che reputavo decente e quindi con tante teste pensanti al lavoro delegavo ed avallavo scelte che poi, una volta terminato il disco, sarebbero diventate fonte di incomprensioni. Uno dei punti chiave fu la scelta di Francesco di cantare un po' in inglese ed un po' in italiano, non una sfumatura ma una delle caratteristiche di tutto l'album. Non ero per niente convinto ma feci finta di niente pensando stupidamente che il bel telaio di suoni sarebbe riuscito a compensare le parti in inglese che, oltre ad essere un po' sgrammaticate erano anche cantate con una pronuncia poco credibile. Quella lunga settimana trascorsa al Bips (la foto profilo di questo blog fu scattata in quei giorni) mi ha insegnato molte cose riguardanti il dietro le quinte di un disco, tutto quello che c'è attorno a una band mentre tenta di lasciare la sua traccia nell'universo musicale, umori e sensazioni che tra una pausa e l'altra fanno passare velocemente le ore e trasformano una giornata iniziata con esaltazione in frustrazione e viceversa.

Questi due album sono gli ultimi che ho registrato senza l'uso del click. Ci ho scherzato tante volte e in alcune circostanze questo mio limite di non saper andare a tempo con il metronomo in cuffia divenne fonte di discussione sia con i Kech che con i Primodraft. Il mio disagio era provocato dal fatto che nessuno era stato in grado di farmi capire come poter gestire una registrazione di batteria a click e quale fosse il metodo per riuscirci pur non essendo un "professionista". Proprio questa parola in quegli anni divenne più frequente di qualsiasi imprecazione. Ci fu poi un'illuminazione circa un anno dopo le registrazioni, Marit la batterista dei Caesar (un gruppo Olandese con il quale avevamo stretto una bella amicizia e anche una collaborazione tradotta nella stampa di 'Pop Team/Alcatraz' un 45 giri condiviso) spiego' a tutti come stavano registrando dei provini. Lei e Sam registravano in diretta basso e batteria suonando contemporaneamente nella stessa stanza con una bozza chiamata guida preregistrata in cuffia e appunto il click a dettare tempi e velocità. Da allora la faccenda del registrare senza click per me fu definitivamente archiviata. Prima di quel giorno, forse per difendermi dicevo che senza il click il disco sarebbe stato più vero, più "live" come se stessimo suonando in concerto. Sapevo benissimo che era un debole alibi. Uno dei miei amici musicali più cari, Marco Ferrara il primo bassista della band di Cristina Donà, mi scrisse una mail lunghissima in cui deluso da un mio atteggiamento (sempre legato al "professionismo" e all'uso del click) mi esortava a guardare certe cose da una prospettiva diversa, qualcosa tra noi si incrino' ma negli anni seguenti siamo stati in grado di riderci su. Quella mail aveva per oggetto il titolo di questo post: "click & friends".

lunedì 8 dicembre 2014

Un ricordo per Mango

Poco più di venti anni fa mentre alle scuole superiori ero intento a copiare un compito in classe, dagli altoparlanti montati in ogni aula si sentì prima gracchiare, poi un lungo sibilo ed infine queste parole: "ehm, ehm, prova, prova,va? Funziona?". Era il preside che testava l'impianto utilizzato più volte negli anni a venire per comunicare all'istituto di evacuare in seguito alla segnalazione di una bomba. Quel giorno si dimenticò il microfono acceso e tutta la scuola ascoltò "Bella d'estate". Ciao Mango.

In rete sta circolando il drammatico video della morte del cantante, una mancanza di rispetto clamorosa che, nel mio piccolo, cerco di compensare con questo sentito ricordo.

 

mercoledì 3 dicembre 2014

Milaus : JJJ

I dieci, venti, cento, dischi da portare sull'isola deserta? E' questa una delle domande che ogni tanto mi capita di leggere nelle interviste ai miei artisti preferiti, le risposte spesso mi sorprendono, c'è sempre uno o più ''fondamentali'' che vengono dimenticati mentre ogni tanto scopro il valore di album che conoscevo solo parzialmente e, solo per il fatto che uno dei miei idoli li annovera nella sua personale classifica, mi danno lo spunto per approcciare artisti e musica fino a quel momento sconosciuta oppure poco riprodotta nei miei impianti.
Qualche mese fa in questo post parlavo di un disco molto importante per la mia formazione, oggi con questo scritto cerco di proseguire quel filone. Non so ancora se mi fermerò a dieci, di sicuro guardando la mia collezione di dischi trovo molte difficoltà a selezionarne un numero definito ma ci provo lo stesso. Il criterio è più emotivo che tecnico, non mi cimenterò in vere e proprie recensioni ma solo a ricordare quanto un album è importante per me provando a raccontare come l'ho scoperto e quali sono le sensazioni positive che mi portano a collocarlo in una ristretta selezione.



I Milaus sono un gruppo Valtellinese che ho conosciuto personalmente, con due musicisti in particolare ho avuto a che fare, Claudio (batterista) e Lorenzo, bassista e cantante. Tra la fine del 2004 e l'inzio del 2005 registravo due album, uno con i Kech (Join the cousins pubblicato da Black Candy records) e "70" l'unico disco che ho registrato con i Primodraft, un'autoproduzione per la quale scegliemmo di registrare tutto il materiale presso il Bips Studio di Milano dove come fonico lavorava appunto Lorenzo dei Milaus. In quei mesi anche loro stavano registrando un disco ed erano alla ricerca di un'etichetta. Approdarono in Black Candy e come compagni di roster facemmo qualche concerto insieme, uno in particolare in provincia di Avellino fu molto bello, ricordo nitidamente il giorno dopo in agriturismo quando le due band, provate dalla serata finita a notte fonda, si ritrovarono a fare colazione e parlare di musica. I Milaus avevano registrato JJJ non senza fatica, il loro cantante stava per diventare padre per la seconda volta e non li avrebbe seguiti nel giro di concerti che avrebbe seguito la pubblicazione. L'aria che presto sarebbe finito tutto era palpabile nelle parole di Lorenzo, infatto dopo il breve "tour" di presentazione il promettente gruppo abbandono' le scene. Ho un altro ricordo molto a fuoco di un concerto dei Milaus. Si tenne nel 2005 al Pub Bisbino di Cadenabbia in provincia di Como. Il Pub è chiuso da qualche anno ed aveva la particolarità di sorgere su un vecchio battello per la navigazione del lago. Si suonava a poppa dove lo scafo prendeva la tipica forma arrotondata dei vecchi battelli a vapore. Il piccolo palco sorgeva proprio di fronte alla vetrata circolare che affacciava sul ramo comasco del lago. Oggi il battello è chiuso e non è possibile accedervi ma si trova ancora ormeggiato nello stesso punto. "JJJ" è un album breve ma molto intenso, registrato con cura e sostenuto da suoni caldi, specialmente di batteria. Negli anni seguenti quando i fonici con cui ho lavorato mi hanno chiesto di fargli un esempio di quale suono mi sarebbe piaciuto ricreare nel lavoro che mi accingevo a produrre ho sempre citato questo album. In certi giorni uggiosi, nel DJ set che ho nella mia testa, la mia selezione inizia con un brano dei Milaus intitolato "Traffic". Quelle note mi ricordano i lunghissimi pomeriggi trascorsi con Lorenzo mentre registravamo "70". Al termine del lavoro quotidiano immergersi nel traffico caotico e rumoroso di Milano, precisamentte lungo Viale Monza, dava una sensazione alienante al mio rientro a casa, la stessa che ho poi ritrovato in quella canzone.

lunedì 1 dicembre 2014

Pocket Chestnut live @ La Geretta, Erba (CO)

Pocket live @ La Geretta, Erba (CO)

Nonostante come accennato nel post precedente mi sia fatto nuovamente male a un tendine del terzo dito della mano, come si evince dalla foto sopra, sono comunque riuscito ad onorare il concerto che abbiamo tenuto ieri sera ad Erba in un positicino molto accogliente. La Geretta è un ristorante gestito da giovani volenterosi e offre ristoro ai pescatori che durante l'anno affollano il laghetto di pesca sportiva situato a due passi dal ristorante ricavato in una cascina finemente ristrutturata. Così, tra foto raffiguranti trote giganti e una gustosissima pasta ai carciofi consumata dopo il concerto, abbiamo concluso (salvo ingaggi dell'ultimo momento) i concerti del 2014.

venerdì 28 novembre 2014

Q

Q come iniziale di quaranta, da oggi ho lasciato la decade dei trenta. Mi lascio alle spalle un decennio ricchissimo di avvenimenti che hanno caratterizzato la mia costante crescita e la definitiva consapevolezza di non essere più un ragazzino. In futuro sono certo che ricorderò con un pizzico di malinconia questo ultimo anno segnato da qualche malessere fisico (l'ultimo riguarda la rottura di un altro tendine della mano sinistra) ovviamente nulla in confronto alla malattia che ha debilitato le forze della mia cara mamma e ancora una volta mi ha fatto riflettere a lungo su questa esistenza terrena. Ricorderò il 2014 anche come la stagione in cui ho riscoperto il valore dell'amicizia. Non ho mai dubitato di questa forza immensa ma col passare degli anni le avevo attribuito un'importanza sempre più marginale. In questi ultimi anni ho conosciuto tanti nuovi amici e parallelamente mi sono allontanato da altri, la festa a sorpresa organizzata dai miei compagni di pallacanestro mi ha stupito e riempito il cuore.

Nel blog della squadra, precisamente nel post del giorno 27.11 che trovate QUI c'è un'immagine fuori fuoco che ricorda quel momento.

martedì 28 ottobre 2014

Ultimi live di ottobre

Ottimi ricordi da archiviare (e non dimenticare) per i Pocket Chestnut. Il 18 ottobre a Castelleone in provincia di Cremona, nel locale denominato "Alice in Città" siamo stati trattati come piccole grandi rockstar da un gruppo di volenterosi soci che pochi anni fa hanno dato vita ad un'associazione culturale per combattare la noia della provincia. Con qualche difficoltà stanno riuscendo nell'intento di offrire agli autoctoni uno svago diverso dalla partita al bar. Mi ha colpito molto l'attenzione scenografica che hanno studiato per il palco con un impianto luci strepitoso ed un telo oscurante caduto dopo un clic gestito da un ipad e che magicamente ci ha svelato al pubblico (purtroppo poco numeroso) dopo l'introduzione di Castaway.

Il drumkit di Castelleone con il telo a nascondere il palco


I Pocket dopo il concerto



Venerdì 24 siamo invece tornati alla Fabbrica del Vapore a Milano, nello spazio dove opera l'associazione "mascherenere". Tutto è migliorato rispetto a qualche anno fa. Le luci e l'acustica in particolare sono ora più efficaci, non è cambiato invece il piccolo angolo che ospitava due band e le relative attrezzature. Nel cambio "palco" in quel gomitolo di cavi sparpagliato ovunque ho rotto accidentalmente un piccolo microfono del gruppo che ci ha preceduto il trio di Giovanni Melucci. La somma dei miei danni aumenta, era dal fatidico crash della lampada di vetro del gruppo "Il cubo di Rubik monocromo" che facevo il bravo.



Stefano Cattaneo da un grande apporto al nostro suono

L'espressione mistica di Tum sul primo brano in scaletta @ la fabbrica del vapore


sabato 11 ottobre 2014

Stasera secret live in appartamento

Sono molto onorato di suonare stasera a questo evento. Qualche anno fa, credo nel 2011, suonammo in una casa di studenti a Milano, eravamo poco preparati e cercammo di rendere le nostre canzoni in chiave acustica  (ai tempi erano solo quelle contenute in bedroom rock n' roll). Furono le prime volte in cui utilizzai la valigia al posto della gran cassa. Da allora ne sono seguiti altri di questi  "house concert" e il set si è costantemente adeguato alle situazioni. Non immaginate quanto sia difficile suonare soft senza amplificazione un set acustico. La difficoltà non sta tanto nel semplificare le parti (già elementari di per sè) ma nel tenere un tocco che sia gradevole, non rumoroso ma neanche troppo inscatolato. Una volta trovato il percorso giusto che le braccia devono fare, bisogna mantenere costante questo processo ciclico senza farsi prendere dall'enfasi della situazione raccolta con il pubblico a due centimetri che ti respira addosso. Ogni imprecisione è immediatamente percepibile e rende ricca di insidie anche la più semplice delle canzoni. Stasera ospiteremo anche Stefano, un trombettista brianzolo che sta dando ad alcuni dei brani più intimi del nostro repertorio una interessante soluzione armonica.

venerdì 10 ottobre 2014

Born in 1974

Oggi è il compleanno di mia moglie. Mentre scrivo le stanno consegnando in ufficio un mazzolino di rose. E' la prima volta in ventidue anni tra fidanzamento e matrimonio che le faccio recapitare un omaggio floreale, quando in passato è accaduto ci ho sempre pensato io a portarglieli personalmente. Mi sto immaginando il suo imbarazzo e l'emozione per questa piccola sorpresa. Ne ho in serbo delle altre che spero gradirà, non ci vuole molto per sorprenderla lei è da sempre molto cerimoniosa e si accontenta di piccole attenzioni. Allego una foto di quando l'ho conosciuta (forse qualche anno dopo) per ricordarmi sempre che ancora oggi, a quarant'anni, oltre alla sua bellezza non mi fa mancare mai la sua straordinaria generosità.

Auguri my love, ah ti devo ancora venti euro per la sala prove dell'altro ieri...

 

mercoledì 8 ottobre 2014

Pocket Chestnut@Spaziomusica Pavia


Ieri sera a Pavia mi sono proprio divertito. Nella foto, oltre alle solite castagne, potete scorgere sulla sinistra Matteo dei Finistere che ha suonato e cantato con noi l'ultimo brano in scaletta. E' stato un set breve il nostro visto che la serata era tutta per i News for Lulu che hanno fatto proprio un bel disco intitolato "Circles" e lo hanno presentato di fronte ai loro concittadini arrivati (un po' tardi per ascoltare i Pocket) numerosi allo Spaziomusica. Il viaggio di ritorno con la prima nebbiolina autunnale a farmi compagnia è stato piacevolmente accompagnato dalle loro canzoni e mentre scrivo questo breve post ho ancora in testa la piacevolissima melodia di "Spring burns"

venerdì 26 settembre 2014

Isola D'Elba anni '70

Le prime ventidue estati della mia vita le ho trascorse all'Isola D'Elba dove i miei genitori erano soliti prendere una casa in affitto per tre mesi, precisamente nel comune di Marciana Marina. All'Elba ho imparato ad amare il mare appassionandomi al gommone ai tuffi e alle immersioni in apnea, ho imparato a nuotare con uno stile corretto, a cadere in bicicletta, poi in motorino, ho imparato a fare a botte, ad innamorarmi e anche a fumare. Dopo tanti anni trascorsi lì, nei primi anni novanta improvvisamente smettemmo di andarci. Da una parte i miei erano stanchi di aver visto solo l'Elba nella loro vita vacanziera, dall'altra io e i mie fratelli -crescendo- eravamo sempre più attratti dall'esplorare l'Europa e il mondo, l'universo elbano, seppur paradisiaco iniziava er adiventato monotono. Oggi ogni membro della mia famiglia ricorda quegli anni con grande malinconia perchè se da un lato la sete di conoscenza del mondo è stata almeno un po' colmata da svariati viaggi, dall'altro i luoghi marinesi evocano ricordi che quando si ha bisogno di sognare rappresentano nelle nostre menti un rifugio sicuro dove tornare almeno virtualmente. Da qualche tempo infatti seguo su facebook un account semplicemente chiamato "Marciana Marina" che pubblica una foto al giorno dei paesaggi di ieri e di oggi.

Questa foto ritrae la famosa tromba marina del 1979:


Fu scattata dallo storico fotografo del paese di cui ricordo solo il cognome (Ambretti) ed è possibile trovarla anche in qualche sussidiario o in volumi di scienze per le scuole elementari e medie. Ricordo che avevo cinque anni nel 1979 e di quell'evento ne parlarono anche i telegiornali. Rovescio' qualche barca ma fece dei danni moderati visto che non arrivo' sulla costa. Fu molto presto al mattino e durò solo una manciata di minuti, non feci in tempo a vederla dal vivo ma ricordo ancora la leggenda di paese che raccontava di una donna di nome Stella, proprietaria dell'omonima boutique sul lungomare "Cose belle da Stella" che sugli scogli del Cotone armata di un lungo coltello taglio' l'aria dividendo in due la tromba marina mandandola così a spegnersi verso l'Enfola.

lunedì 8 settembre 2014

La repubblica indipendente di Lu

Lu Monferrato è un piccolissimo comune adagiato in mezzo ai vigneti dove non solo non
ero mai stato, ma ne ignoravo l'esistenza seppur (almeno in autunno) sia per motivi enologici un frequentatore di quelle zone. Sabato scorso i Pocket Chestnut sono stati invitati a partecipare ad un festival musicale organizzato con passione da alcuni volontari del paese e siamo tornati carichi di soddisfazione ed ammirazione per quei ragazzi che con poco sono riusciti ad organizzare molto. Serve una location adatta e loro hanno scelto una collina con un panorama mozzafiato, serve l'attrezzatura e questi ragazzi ne hanno noleggiata una molto raffinata controllata da mani e orecchie competenti, serve della buona birra e c'erano delle spine che non si sono mai inceppate, occorrono cibarie in quantità e dagli agnolotti alla pizza il buon mangiare non è mancato. Poi servono persone che ci sappiano fare e tutti i membri dello staff, riconoscibili dalla maglietta della manifestazione, sono stati veri promotori del benessere. Tutti coloro che hanno tra le loro ambizioni quella di organizzare un evento del genere dovrebbero prima ancora di pensare chi invitare fare un giro da quelle parti. Ci siamo esibiti poco dopo le 19 ed il pubblico era scarsino rispetto al dopocena ma comunque molto attento ed affettuoso. Mentre il sole tramontava dietro di noi abbiamo selezionato una decina di canzoni pescando tra le più ritmate del nostro repertorio, ci ho dato dentro parecchio, chi ci segue da un po' se ne è accorto e mi ha fatto i complimenti per tutta quella grinta. Il fatto è che quando ho la fortuna di avere il mio strumento completo, ben accordato, con dei ritorni di suono dal palco nitidi e ben riconoscibili e riesco a sentire che la cassa fa vibrare quelle toraciche del pubblico non riesco a non farmi prendere, accade così che si capisca che mi sto divertendo parecchio. Grazie per averci invitato! Lunga vita alla repubblica indipendente di Lu.


Pocket Chestnut @ festival repubblica indipendente di Lu




venerdì 5 settembre 2014

Eroi nel vento: Marco Van Basten

Nel ciclo di post che andranno a costituire la squadra dei miei sogni, oggi aggiungo il terzo giocatore, dopo Massimo Ambrosini e Gianluca Signorini è il turno di un attaccante che risponde al nome di Marco Van Basten. Il "Cigno di Utrecht", questo è il soprannome coniato da un giornalista per sottolineare l'eleganza dei movimenti del fuoriclasse olandese, è il più grande centravanti che abbia mai visto giocare. Rimasto in attività fino a ventinove anni vivendo da campione una carriera ricca di successi interrotta troppo presto per seri e ripetuti problemi ad una caviglia Van Basten mi ha fatto alzare i pugni al cielo più di un centinaio di volte.

I suoi gol spettacolari (spesso decisivi) erano figli del gioco corale "inventato" dal Milan di Sacchi, quello del pressing asfissiante e del cosiddetto "gioco totale". Potrei citare i gol di testa, quelli in mezza rovesciata da posizioni impossibili, la sua infallibilità dagli undici metri quando prima di prendere la rincorsa faceva sempre quel saltino che spiazzava il portiere e tranquillizzava gli spalti, i tiri dal limite dell'area all'incrocio dei pali (come contro l'Empoli il giorno del suo rientro nel 1989 dopo sette mesi di stop) ma il ricordo che lascio in Mondorico è il giorno del suo addio al calcio. Un giornalista che porta il mio cognome (Alberto Costa) scrisse questo articolo che ho cercato negli archivi del Corriere della Sera. La sera del 18 agosto agosto di diciannove anni fa al Meazza si disputava il Trofeo Berlusconi, una boiata di memorial inventata dal presidente per ricordare suo padra la cui formula prevede ancora oggi una partita secca tra Milan e Juventus (in origine alle prime edizioni del trofeo potevano essere invitate solo le squadre che hanno vinto almeno una champions o coppa campioni).

Quella sera andai allo stadio per salutare Van Basten e molti tifosi rimasti a Milano in agosto riempirono lo stadio per vedere l'ultima volta in campo il più grande di tutti dai tempi di Rivera. Fu straziante vedere il Cigno di Utrecht fare un giro di campo vestito con camicia bianca giacchetta di renna e jeans salutare mestamente il pubblico e raccogliere la standing ovation commossa di tutti i tifosi. Nello sguardo di tanti volti immaginai il pensiero che io stavo facendo in quel momento, rivedere Van Basten mentre faceva il giro di campo con una coppa (o con il pallone d'oro che vinse per tre volte) sopra la testa vestito in divisa da gara. Non sarebbe mai più successo. Dopo di lui tanti campioni gonfieranno la rete per il Milan, ne cito solo alcuni, i più prolifici: Savicevic, Papin, Kluivert, Weah, Shevchenko, Inzaghi, Ronaldinho, Ibrahimovic ma citando il titolo di un film un appassionato di calcio sa benissimo che "come lui nessuno mai". Oggi leggo sulle cronache sportive che dopo la morte del padre Van Basten sta attraversando un brutto periodo di depressione. Serve a poco ma non puo' mancare il mio incitamento: forza campione!

Eroi nel vento è una canzone dei Litfiba, una delle prime della loro produzione, non c'entra un bel niente con questo tema ma mi piaceva molto come titolo, così, liberamente, me ne servo.


mercoledì 3 settembre 2014

La repubblica del maiale

Non sono un gran lettore, quando va bene riesco a leggere un libro ogni due mesi e mi piacciono le biografie. Questa è una breve premessa per scrivere in questa pagina che non sono così autorevole da consigliare letture, cio' nonostante, come avrà capito chi legge abitualmente questo blog, mi piace lasciare una traccia di quello che mi emoziona e questo libro di Roberta Corradin (uscito nel 2014 per la casa editrice Chiarelettere) mi è piaciuto moltissimo. L'ho trovato scorrevole e scritto con grande passione, alla fine di ogni capitolo (il libro è suddiviso in decadi dagli anni cinquanta ad oggi) riporta nel linguaggio originale dell'epoca, una serie di ricette della tradizione italiana ormai quasi dimenticate che solo a leggerle stuzzicano curiosità ed appetito.

martedì 2 settembre 2014

L'ospitalità


Il lagoon 38 "Valerie"

Ci sono elementi che rimangono costanti e sono talmente importanti nella vita di una persona che permettono di superare i momenti difficili. Per me uno di questi elementi è il mare. I momenti difficili lasciamoli stare. Anche questa estate mi ha fatto bene l'Egeo, il suo effetto rigenerante ha buttato fuori tossine da tutti i miei pori riconsegnandomi al mondo del lavoro perfettamente riabilitato. Che lo stato di benessere e serenità sia durato poco più di una sera poco importa. Il catamarano lagoon 38 che vedete sopra si chiama Valerie, mi ha ospitato per due settimane ed è stato decisamente più comodo del cabinato con quale ho navigato lo scorso anno. Ho partecipato alla manovre con maggior disinvoltura ed ho affrontato una delle grandi questioni irrisolte della mia vita da marinaio: un certo impaccio con i nodi. Ne ho imparati di nuovi esercitandomi continuamente e non escludo di essere in grado di poter essere diventato un buon istruttorie di gasse,parlati nodi d'arresto di ormeggio e di giuntura. Tutta la vacanza trascorsa tra il secondo dito del Peloponneso l'isola di Kithira, Poros e la parte nord ovest di Creta ha funzionato per il bel clima meterologico ma soprattutto per la perfetta armonia che si è creata a bordo con capitano ed equipaggio. Se sommiamo questi due fattori con l'ospitalità tipica dei Greci il quadretto felice dell'estate 2014 è in cornice. Guardate qui sotto che posti...



La baia di Porto Kayo, solo qualche casa e quattro taverne


Panorama dal castello di Kithira


La spiaggia di Elaphounissi nel Peloponneso

La lingua di sabbia di Elaphounissi a Creta


L'impianto di Valerie ha suonato spesso 24 h su 24


Appena atterrato a Bergamo il 24 mattina mi sono precipitato in Stazione Centrale a Milano, sono salito su un treno veloce destinazione Eboli ed ho raggiunto i Pocket Chestnut per l'unica data nel mezzogiorno di questo "Big Sky Empty Road Tour" che ci sta dando più di una soddisfazione. Stiamo tornando a casa dopo ogni data con una media di 15 dischi venduti e fa molto piacere vedere un capannello di persone portar via con loro la nostra musica dopo il concerto. Eboli è una città strana, molto diroccata di giorno decisamente affascinante di notte. Nel centro storico, a due passi da dove ci siamo esibiti, si snodano una serie di vicoletti che sembrano intersecarsi uno sull'altro in varie altezze collegati da lunghe e ripide scalinate. I bambini sono molto spavaldi e socievoli. Gli anziani stanno svegli fino a tardi a sbucciare fagiolini. Il pubblico è molto caldo e partecipa con trasporto alla nostra festa. Dopo il concerto i promoter ci portano in un agristurismo bellissimo adagiato sui colli, precisamente nel comune di Campagna. Il posto si chiama "Piccola Ospitalità"  ma di piccolo non ha proprio nulla. L'edificio e le persone che lo gestiscono sono semplicemente grandi, è stato un peccato fermarsi solo una notte e sarebbe bello in futuro poterci ritornare.


Una delle mie grandi passioni quando sono in tour, leggere la cronaca locale


Il cane Bronco si gode uno degli spazi relax del B&B Piccola Ospitalità

Il giardino del B&B Piccola Ospitalità 





mercoledì 30 luglio 2014

Ricordare -diario di bordo- terza e ultima parte

Trascorrere una vacanza in Grecia a bordo di una barca a vela è stata un'esperienza talmente riuscita che anche questa estate, che non è ancora definibile tale visto il maltempo che ci ha accompagnato per tutto luglio, ho deciso di ripetere il viaggio. Lo scorso settembre avevo iniziato un "pippone" per raccontare ed archiviare i ricordi accumulati di baia in baia poi mi sono rotto i coglioni in fretta ed ho lasciato quello scritto diviso tra prima e seconda parte. Nei capitoli successivi avrei raccontato delle sessantotto miglia di mare forza quattro per raggiungere Pylos in piena notte, dell'ormeggio complicato nel golfo di Elaphounisi, la pace che si respira a  Methoni, le tartarughe marine di Thrakila, le tante cene consumate nelle locande tipiche di ogni luogo visitato, le interminabili conversazioni davanti al ghiotto cibo greco, il suggestivo rientro a Kalamata sotto il temporale, la voglia di darsi un tono marinaresco al bar dello yacht club mangiando club sandwich e patatine, e invece mi fermo qui. Concludo con una foto che mi ritrare in compagnia di coloro che tra poco ci condurranno da Atene fino a Creta. Sergio e Max sono due persone straordinarie, velisti professionisti abituati a far star bene le persone. Diversi nel carattere e nel modo di porsi ci accomuna una grande passione per la musica. Max è cresciuto con i Litfiba, la prima formazione con Ringo e Maroccolo a comporre la sezione ritmica, ha visto centinaia di concerti negli anni '80 ed ha ricordi nitidi come il Mar dei Caraibi. Sergio ha girato il mondo sulle barche a vela, ha lavorato con i più grandi armatori, poi per quindici anni si è dedicato a fare il tour manager per gruppi del calibro di Bluebeaters, Africa Unite, Casino Royale e non basterebbe un volume enciclopedico per contenere i suoi racconti di quelle esperienze. Non vedo l'ora di partire, si capisce?

Con Sergio e Max nella baia di Thrakila

martedì 29 luglio 2014

Barba incolta

E' stato molto piacevole tornare a Chiaverano per il festival "A night like this" ci hanno accolto con la solita cura ed il concerto è stato molto divertente tra la penombra del gazebo, zanzare assassine e una figura vestita da Clone Trooper ripresa da telecamere mentre si aggirava tra il pubblico. Siamo tornati senza dischi nella nostra valigetta, non li abbiamo buttati nel lago, li abbiamo semplicemente venduti tutti.

Gira da qualche giorno un video ben fatto dove circa a metà si intravede all'opera anche il nostro cantante Tum.

Il tour di "big sky empty road" si allunga e salvo variazioni dovute a logistiche faticose (ci sarebbe Eboli in provincia di Salerno in trepidante attesa dei Pocket il 24.08) tra fine agosto e i primi di settembre faremo un ciclo di concerti molto interessanti. Tutte le info su cio' che verrà confermato si trovano QUI.


Nel frattempo le tanto attese vacanze si avvicinano, la barba inizia ad allungarsi.

mercoledì 16 luglio 2014

Back to ANLT Festival

Devono proprio volerci bene gli organizzatori del Festival "A night like this" perchè su tre edizioni organizzate nel comune di Chiaverano vicino ad Ivrea i Pocket hanno fatto l'en plein e suoneranno anche questa volta. Vi aspettiamo sabato 21 Luglio nella splendida location del campo sportivo, a due passi dal lago Sirio. Suoneremo alle ore 22:30 sul "palco del quieto vivere" un angolo molto raccolto pensato per concerti acustici. La foto che pubblico sotto si riferisca al live dei Pocket nel dopo festival direttamente sul pontile del lago, forse l'unica esibizione della nostra breve storia in cui abbiamo suonato senza Pol.

Pocket Chestnut @ Lago Sirio, Luglio 2013


La line up ed il programma del festival li trovate QUI

Colgo lo spunto del concerto che arriverà per archiviare in questo post il ricordo di quello che abbiamo tenuto sabato scorso in provincia di Como, a Carugo per la precisione. In una location molto informale (un centro sportivo) ma sotto l'attenta regia fonica di Pepè, l'organizzatore della serata, abbiamo suonato una scaletta abbastanza lunga includendo nel set qualche cover, particolarmente riuscita mi è parsa "I like birds" degli EEls. La spavalderia di un anziano ascoltatore apparentemente molto ubriaco si stava trasformando in disgrazia. Dopo averci sostenuto a gran voce per quasi tutto il live si è sentito libero di unirsi al gruppo sul finale dell'ultimo pezzo ma è inciampato in una matassa di cavi ed è rovinosamente caduto sbattendo violentemente per terra a pochi centimetri dalla mia batteria. Mentre la scena degna delle migliori comiche di Paperissima faceva scoppiare a ridere buona parte del pubblico suscitava in me molta preoccupazione per lo stato di salute ma a quanto pare "l'Osvaldo" ha la scorza dura perchè nei giorni seguenti non ho letto nulla in merito sulla cronaca locale.

lunedì 30 giugno 2014

A Saronno le abbiam suonate

Sabato scorso la serata da co-protagonisti per il ''Festival Bandzilla-Saronno te le suona'' è stata molto piacevole nonostante un forte temporale pomeridiano abbia messo a repentaglio lo svolgimento del concerto.

Il palco di Bandzilla dopo il temporale
I Pocket potevano fregiarsi del loro nome scritto in grande sul cartellone e venivamo spesso chiamati al plurale: gli headliners. In realtà chi ben ci conosce sa che a noi importa poco di queste cose, abbiamo aspettato pazientemente il nostro turno ed abbiamo fatto un buon concerto.

Pocket Chestnut @ Bandzilla 2014

Abbiamo approfittato dei tempi dilatati per ascoltare i gruppi del contest per i quali è stato allestito un angolino al coperto sotto i portici della piazzetta che ospitava il live. La minuta Maria Antonietta da Pesaro era la vera headliner e non si è fatta mancare nulla durante il soundcheck. Atteggiamento e tempi sono stati irritanti, eravamo dispiaciuti per i gruppi del concorso che con le loro espressioni emozionate non vedevano l'ora di esibirsi e guardavano il palco grande con gli occhi della meraviglia, in una serata ad ingresso gratuito forse era opportuno essere più celeri nel provare i suoni. Devo ammettere che tanta cura nel soundcheck ha dato i suoi frutti visto il concerto della giovane cantautrice marchigiana mi è piaciuto e ha fatto dimenticare in fretta qualche antipatica posa.

Maria Antonietta durante il soundcheck
Complimenti a tutto lo staff di Bandzilla, sentirsi coperti di attenzioni è sempre una bellissima sensazione. Un rigraziamento speciale a quel gruppo di appassionati che ci segue, sommati al curioso pubblico spontaneo composto perlopiù da residenti, ci ha dato molta carica e fatto sentire la nostra semplicità particolarmente apprezzata.

sabato 28 giugno 2014

Scudetto n. 26 per l'Olimpia, io c'ero

Nel 1996 quando la stupenda squadra guidata da Tanjevic vinse l'ultimo scudetto mi ero praticamente allontanato dalla pallacanestro. L'unico ricordo di una finale vista dal vivo era la sfortunata sconfitta patita contro Caserta qualche anno prima. Avevo smesso di giocare da tre anni e come tutti i mediocri giocatori che hanno fatto un settore giovanile in una discreta società consumando le proprie chiappe da una panchina all'altra ero un po' stufo di dedicare tanto tempo allo sport della palla a spicchi. Poi, una decina d'anni fa con lo slogan "il primo amore non si scorda mai" mi sono riavvicinato constatando però che il nostro campionato perdeva gradualmente sempre più appeal e gli stranieri migliori arrivavano da noi ormai a fine carriera. Da qualche tempo si è riaccesa la fiamma viva e inaspettatamente (visto che trovare i bliglietti era una missione impossibile) sono riuscito ad essere presente all'ultimo atto di questa stagione che ha visto le scarpette rosse tornare al successo dopo diciotto anni. Una gioia immensa! Red Shoes are back!


La sera della finale vissuta con Tum comodamente in Skybox

martedì 24 giugno 2014

Cherry Court, stagione da campetto

Con l'inizio dell'estate e la lenta ma efficace guarigione del dito si torna a giocare a basket con il cielo a fare da soffitto. Grazie all'intraprendenza e la costanza di qualche mio compagno di squadra il campetto "Cherry Court" è in gran spolvero, cerchi e tabelloni perfetti, retine nuove e tanta voglia di mettere palla nel cesto.



Manutenzione al Cherry Court, da sinistra a destra Leo, Zimbo, Paolino, Marco, Lorenzo

venerdì 20 giugno 2014

Dal vivo @ WOW Spazio Fumetto

Dopo l'insolazione al Miami Festival un altro concerto pomeridiano ha allietato la domenica dei Pocket Chestnut. Il 15 giugno mi è piaciuto tantissimo suonare in un contesto diverso dal solito precisamente all'interno del museo del fumetto a Milano dove siamo stati accolti da organizzatori creativi e volenterosi e ascoltati da un pubblico attento e numeroso. La soddisfazione del giorno è stato avere come assistente alla batteria un certo Doraemon, allego due foto scattate da un gentile spettatore come ricordo dell'evento.

Con Doraemon backliner

Pocket Chestnut @ Wow Spazio Fumetto

martedì 10 giugno 2014

Non se n'è accorto nessuno

La giornata al festival Miami è andata bene, le sensazioni post concerto erano ottime e mi sono trattenuto fino alla penultima esibizione per godermi appieno la giornata. E' stata una scampagnata musicale senza troppo voler disturbare, l'ho sintetizzata così nel titolo e provo a spiegarne il perchè. Mi succede spesso di finire il concerto e ripensare a cosa poteva andare meglio, quando riavvolgo il nastro e passo al setaccio i miei errori e le imprecisioni cerco conforto chiedendo qualche parere e la risposta è quasi sempre automatica: "se c'è stato un errore non se n'è accorto nessuno". Grazie alla pazienza di mia moglie il concerto è stato ripreso per intero e riguardando il momento in cui ho sbagliato un attacco, quello in cui ho scheggiato un piatto e soprattutto osservando con attenzione quando a metà di una canzone il tutore che mi preservava il dito infortunato se n'è volato via devo dare pienamente ragione a chi ho sempre pensato mi rispondesse così solo perchè non era stato attento. La percezione di un errore dal palco è sempre troppo amplificata. Ottima constatazione dunque, ne faccio tesoro per il futuro.
Chiamati ad aprire la giornata di concerti i Pocket si presentano quando il sole è alto e le temperature sono ideali per fare un bagno nella pozza dell'Idroscalo. Ci accoglie la squadra attrezzatissima di tecnici e fonici, un service composto da maestranze dotate di altissima professionalità pronti a far risaltare al meglio il suono delle band.
Come spesso succede in contesti come questi dove a rendersi protagonista è l'ego di chi se la tira di più oppure l'atteggiamento di chi ha lo strumento più costoso, ci guardano tutti con perplessità perchè suoniamo canzoni di due accordi, abbiamo strumenti economici, io mi accontento della batteria di back line fornita dal service, non facciamo cambi d'abito e non abbiamo richieste particolari nel rider, che per noi rimarrà sempre e solo Nick, quello dei fumetti della Bonelli. Inoltre siamo puntuali, non rompiamo il cazzo a nessuno e rispettiamo alla lettera tutte le direttive del responsabile di palco. Ci concediamo solo uno strappo alle regole, sul finale facciamo salire on stage una parte dei nostri amici per fare festa su Mind Shuffled, non è un gesto che piace a chi è dietro le transenne ma noi ci si diverte con rispetto per chi sta lavorando, purtroppo di questo fondamentale aspetto non se ne accorge nessuno. Però continuano ad invitarci forse perchè, pur non inventando niente, le canzoni facili le sappiamo scrivere e a qualcuno probabilmente questo basta e avanza.
La maggioranza dei gruppi si muove altezzosa, nessuno ha voglia di condividere, sembra che ogni band sia in competizione con l'altra come se invece di partecipare a un festival tutti stiano faticosamente affrontando un concorso ad eliminazione. Stanco della situazione me ne vado verso il main stage. Guardo il live degli amici There will be blood che spaccano il palco mettendoci il cuore e molta grinta, poi, con la scusa di andare al parcheggio, sfrutto il mio pass e mi aggiro nel backstage. Lì dietro c'è un clima diverso,  la professione del musicista risulta più evidente e da un certo punto di vista, guardando per esempio gli ottimi Marta sui tubi, è comprensibile. Gli artisti scherzano tra loro, parlano, fumano, bevono, esistono. Prima di tornare tra il pubblico vado alla macchina. Mi precede Pierpaolo Capovilla che sta facendo la spola tra i camerini e il furgone, va avanti poi si gira e fa due passi indietro, cerca qualcosa, si tocca le tasche, inciampa, quasi cade, si accorge che quel qualcosa (le chiavi del furgone) le ha strette in mano, si guarda intorno e incrocia il mio sguardo, bofonchia qualcosa. Per un attimo vorrei dirgli "tranquillo non se ne è accorto nessuno" ma tiro dritto e torno tra il pubblico, ormai numerosissimo. Già, di quanto sia meraviglioso e determinante il pubblico, fortunatamente ce ne accorgiamo davvero tutti.     

sabato 7 giugno 2014

Domani @ Miami festival

Ieri sono riuscito a superare la session di prove senza patire troppo dolore al dito, quindi sono felice di annunciarMI che domani tornerò sul palco. Non vedevo l'ora, sono state otto settimane lunghissime senza bacchette e tamburi. Indossero' un tutore fissato con del nastro il cui limite è che tende a scivolare col sudore. E' arrivato il gran caldo e sul palco della collinetta di Jack nel contesto del Festival Miami i Pocket Chestnut si esibiranno alle 16:30, un orario poco strategico. Poco importa, ciò che conta è esserci.

Clicca QUI per vedere il programma.

martedì 3 giugno 2014

Cuoca Mattarella

E' ormai da qualche mese che quando non so cosa fare inevitabilmente mi annoio e penso a come cambiare la mia alimentazione. Sono un carnivoro convinto ma ricorro a questo cibo non sempre per gusto quanto per necessità. Una bistecca mi sfama a sufficienza, dall'alto dei miei centonovantuno centimetri di altezza mi sono convinto che il giusto apporto di calorie me lo riesca a dare solo la carne. Grazie ad un'amica e al suo straordinario ricettario sto gradualmente mettendo in discussione questa convinzione e mi sto avvicinando alla cucina vegetariana. Poco più di un mese fa con i Pocket Chestnut abbiamo suonato a Piacenza in un locale vegano chiamato Lo Fai e dopo aver suonato i premurosi gestori ci hanno sfamato con dei sandwich buonissimi. Ho scoperto in quella occasione che il tofu affumicato ha il sapore della scamorza e quando viene abbinato a un pesto di pomodori secchi il risultato è delizioso. Da quel giorno ho iniziato un percorso informativo in internet molto accurato su come sfruttare ortaggi e legumi in alternativa alla carne, per fare in modo che queste ricerche non rimangano solo virtuali vado spesso a trovare Greta e grazie alla sua competenza e fantasia sono diventato un vero e proprio fan di Cuoca Mattarella.

venerdì 30 maggio 2014

Fine maggio e riprendo coraggio

La visita di controllo per capire se il tendine si sta rinsaldando è andata abbastanza bene, recupero l'ottimismo che serve per guarire. Grazie a chi mi ha sopportato nei momenti di sconforto in queste lunghissime sei settimane trascorse da infortunato. L'operazione sembra scongiurata, mercoledì inizio la fisioterapia, guardo il calendario dei concerti e incrocio le dita... con l'altra mano.

venerdì 23 maggio 2014

Il mio ricordo della morte di Falcone

La tentazione di fare il tema delle elementari dalla traccia scontata, per esempio "Dove ti trovavi e cosa stavi facendo il giorno dell'attentato al World Trade Center?" mi ha assalito oggi dopo aver visto in rete, al telegiornale e su vari social network, il ricordo di Giovanni Falcone a ventidue anni dalla sua tragica morte. Per qualche momento ho pensato a quel pomeriggio del 23 maggio 1992 aiutato dalla mia (fino ad oggi) immarcescibile memoria ho ricordato perfettamente alcune sfumature di quel giorno. Ventidue anni fa avevo diciasette anni e frequentavo la quarta superiore all'istituto per geometri e ragioneri, avevo perso un anno in prima superiore (quando ero iscritto a un istituto tecnico industriale) e fino ad allora avevo superato brillantemente ogni anno, un percorso netto impeccabile macchiato solo da un esame di riparazione in terza. Quel 1992 fu per me un anno da ribelle, le prime cazzate da adolescente mi tennero spesso lontano da scuola, accumulai un numero imbarazzante di assenze e fui bocciato meritatamente. Maggio era  da sempre il mese in cui ero solito recuperare tutte le insufficienze, la mia fidanzata dei tempi che oggi è mia moglie mi aiutava in queste imprese disperate. Mi svegliavo di notte  a studiare, al mattino presto ripassavo e mentre andavamo a scuola lei mi interrogava. Aveva già capito che non ce l'avrei fatta ma mi spronava a tentare il tutto per tutto. I professori invece avevano già preso la loro decisione. Verso le diciannove di quel 23 maggio mi trovavo  a preparare l'interrogazione di matematica prevista per il mattino seguente. Seduto al tavolo rotondo che occupava l'angolo antico del grande salotto della casa in via Sacconi guardavo saltuariamente la televisione che, per concentrarmi, tenevo a volume spento. Mi accorsi che era successo qualcosa di tragico, mi sedetti in poltrona sbloccai il volume e rimasi per un po' a sentire le confuse ricostruzioni su quanto era accaduto al magistrato, sua moglie e la loro scorta.
Fui moderatamente scosso, le preoccupazioni e le mie ansie erano altre. Fu il giorno seguente
a far rendere conto me e tanti altri stupidotti come me concentrati solo su loro stessi e sui loro ormoni, che quella disgrazia era un fatto epocale e avrebbe rappresentato un crimine indelebile nella memoria di tutto il popolo italiano. La professoressa di matematica delle superiori si chiamava Indovina, era una palermitana emigrata al nord da giovanissima ma nonostante tanti anni passati in Brianza non aveva perso la sua cadenza dialettale.
 Si presento' in classe come al solito, puntuale, vestita con un completo marrone e il registro sotto il braccio.  Io ero tesissimo per l'interrogazione alla quale mi volevo sottoporre da volontario ma non ci fu il tempo di farle la proposta di recupero. La prof. si accomodo' in cattedra, quasi subito si alzo' fece il giro della scrivania guardandoci negli occhi uno per uno. Le sue parole furono: "ragazzi, è morto Falcone, nessuno fa niente, nessuno dice niente, ma vi rendete conto? Oggi non è un giorno dove si puo' fare finta che non sia successo niente." Fino ad allora la donna severa ed inflessibile che avevamo imparato a conoscere (ed anche ad apprezzare) con la sua cadenza soporifera e quel naso pronunciato per la quale la sfottevamo quotidianamente si mise a piangere. Non fu un pianto accennato, furono lunghissime lacrime di dolore sincero che gelarono tutta la classe e fecero capire a molti, me compreso, che quella tragedia, Falcone, sua moglie, la scorta e la nostra professoressa sarebbero rimasti per sempre nella nostra memoria.

giovedì 22 maggio 2014

Breve riflessione sportiva

Mi piace che su questo blog rimanga una traccia dei risultati derivanti dalla mia attività sportiva, da praticante e da spettatore purtroppo per questa stagione c'è proprio poco da ricordare. Ho imparato che se si è determinati a svolgere un'attività sportiva in maniera semi-seria bisogna almeno trattarsi semi-bene, la vigilia del giro nei quarant'anni che sto per compiere è decisamente istruttiva sotto questo punto di vista.

martedì 13 maggio 2014

Marlene Kuntz: Catartica



Il disco d'esordio dei Marlene Kuntz compie oggi venti anni e molti siti di musica, oltre al sito della band e la pagina ufficiale del gruppo su facebook, celebrano questo anniversario. "Catartica" ha cambiato radicalmente i miei ascolti musicali fino ad allora focalizzati sulla psichedelia anni settanta e sul progressive ed è stato un disco importantissimo per la terza decade della mia vita accompagnando momenti di rara spensieratezza. Ho un ricordo ancora molto limpido legato a quei mesi del 1994 ed è collegato ai mondiali di calcio disputati negli Stati Uniti persi dall'Italia in finale con il Brasile. Terminata quella sfortunata partita ai rigori, mentre con gli amici eravamo pronti a scendere in strada per festeggiare, calo' il silenzio. Romario ci sbeffeggiava di fronte alle telecamere e i commentatori sembravano corrispondenti da un funerale di stato. Togliemmo l'audio dalla tv lasciando spazio solo alle immagini. Baresi piangeva, Sacchi lo abbracciava, accendemmo lo stereo, Ale tiro' fuori una musicassetta, schiaccio play ed alzo' al massimo il volume. Dalle casse il fragore delle distorsioni ci travolse, era la prima volta che ascoltavo i Marlene Kuntz, appena fu il turno di Sonica iniziammo a pogare in salotto come se fossimo sotto il palco, in quei momenti si apriva il sipario su uno dei più frequenti passatempi degli anni novanta che in forma minore perdura ancora oggi: andare ad un concerto dei Marlene Kuntz. 

lunedì 12 maggio 2014

Gulpflex e tendini



Il motorino Garelli Gulpflex era il mezzo che mio nonno, una volta raggiunta l'età che non gli permetteva più di essere agile in sella a un "due ruote", decise di lasciare in eredità a mio padre e lui lo mise a disposizione mia e dei miei fratelli prima per scorrazzare a Monza e poi all'Isola d'Elba. Il Gulpflex fu poi rottamato per  acquistare un motorino a ruota alta (Flipper MBK) che sarebbe diventato il mio cavallo nella breve ma intensa esperienza da pony express. Quando ero in età motorizzabile non era così di moda il vintage (fatta eccezione per l'intramontabile Vespa), tutti i miei amici avevano motorini degli ultimi modelli (i più venduti erano il Sì, il Boxer e il Ciao della marca Piaggio e il Vip 4 della Garelli per i più smanettoni amanti delle marce) nel 1990 si iniziavano a vedere sulle strade anche i primi scooter. Non era sempre piacevole farsi sbeffeggiare in sella al Gulpflex considerato che, sia ciclisticamente che esteticamente, era un vero dinosauro.  Ad averlo oggi ancora funzionante farebbe certamente un bel figurone ai raduni d'epoca. Ho fatto esperienza su quel pesantissimo motorino ed il ricordo che ho vivido in mente riguardando la foto è focalizzato sulle leve dei freni. Quante volte le dita mi sono rimaste intrappolate tra quelle leve così distanti dalle manopole! Quanti tendini mi ha pizzicato la levetta corta posizionata sul lato destro del manubrio che faceva da "frizione" ed era fondamentale per far partire l'avviamento! Uno di quei tendini (precisamente l'estensore del dito medio della mano destra) mi è saltato qualche settimana fa dopo una pallonata e nel mio mondo di ricordi questo banale infortunio sta lasciando il segno. Niente musica, niente sport e un parere medico poco confortante sulla possibile guarigione e i relativi tempi di recupero mi stanno dando parecchio fastidio. "Ci potrebbe essere sicuramente una lesione pregressa, anche qualcosa di remoto successo in gioventu', non puo' una pallonata seppur violenta lacerare così un tendine". Una volta il medico era un lavoro che si faceva per vocazione, una volta i tendini andavano a posto anche da soli...

martedì 15 aprile 2014

Save the date!

Arezzo wave, Tora Tora, Traffic, Foresto sparso, Rock & rodes, Musica nella valli, questi sono solo alcuni dei festival di musica che mancano nel mio "palmares", ce ne sono altri invece dove ho avuto piacere di esibirmi, i più conosciuti sono Heineken Jammin' Festival, Ypsigrock, Frequenze disturbate. Tra le tante occasioni mancate mi è sempre dispiaciuto non calcare il palco del Miami, festival estivo che si svolge a Milano giunto ormai alla decima edizione. E' di questi giorni l'annuncio della lineup che prevede i Pocket Chestnut in cartellone, bella notizia. Ci si vede quindi domenica 8 giugno all'Idroscalo!

lineup Miami 2014

Nel frattempo ieri sera abbiamo chiuso un piccolo ciclo di concerti suonando di supporto al gruppo neozelandese "The Veils" bella serata che ha fatto registrare l'ennesimo oggetto smarrito dal sottoscritto. Questa volta sono rientrato a casa privo di sciarpa e senza giubbotto di jeans al quale ero particolarmente affezionato visto che mi ha riparato dalle escursioni termiche primaverili degli ultimi quindici anni.

Backstage @ Magnolia, sulla poltrona in basso a destra un occhio attento puo' notare il mio ex giubbotto di jeans

venerdì 11 aprile 2014

Storia illustrata della mia stanchezza

Non mi sono ancora ripreso dal passaggio all'ora legale, sto dormendo pochissimo e quando sono sveglio penso sempre alla mia mamma che ha iniziato un ciclo di cure per combattere il male. Dopo una partenza non troppo confortante la vedo combattiva e questo suo atteggiamento mi sta dando molta carica. In questo ultimo mese sto suonando tanto, passo dalla batteria completa alle percussioni passando per la stomp box e grazie a quest'ultima mi sto rallegrando anche nei concerti più raccolti. Ogni tanto, specialmente al mattino, mi chiedo dove sto andando, è una delle domande che in questo caldo aprile mi piace pormi prima ancora di salire in macchina, la cosa più sorprendente è che riesco a darmi delle risposte e spesso ho la sensazione di auto-intervistarmi a voce alta anche se in realtà non parlo.

E' in rete da qualche settimana il video che abbiamo registrato a Brera per Milano Acoustics durante le feste di Natale e su you tube è possibile rivedere la trasmissione "l'indie(a)nata", cinquantasette minuti di intervista e un mini live acustico in studio con i Pocket Chestnut al completo per RTL web, ecco i link per vederli:

Pocket Chestnut per Milano Acoustics
Pocket Chestnut a RTL 102.5


Non è ancora stata pubblicata una breve esibizione acustica realizzata nella mia casa con lo staff di folletto unplugged appena sarà on line la segnalerò.

Registrazione acustica di "Now" e "Never Again" per Folletto unplugged

Per festeggiare con gli amici più intimi l'uscita di "Big sky empty road" abbiamo deciso di dare una festa con concerto dal vivo, spinti dall'accoglienza che la casa dove vivo da quasi quattro anni riesce ad offrire grazie ai suoi ampi spazi, il party è riuscito alla perfezione e con ottanta persone presenti si sono toccati punti altissimi di divertimento. Ci hanno aiutato alla buona riuscita della festa anche gli amici Finistere.


I Finistere suonano nel mio salotto

Il giorno dopo sistemare tutto mi ha riportato in mente i dopo party visti in tv in stile Animal House.



Mettere in ordine non è stata una passeggiata


Il primo aprile abbiamo suonato allo Zog di Milano, un locale sui Navigli aperto poco tempo fa da Francesco Sarcina.  Si capisce da subito che c'è la mano di un musicista infatti il locale ha le sembianze di un club, la musica si sente molto bene ed è possibile ascoltare e parlare trovandosi subito a proprio agio. La sala è molto piccola ma accogliente ed ha un minuscolo palco pensato per esibizioni massimo in trio mentre il camerino è il doppio del locale. Ho avuto modo di ascoltare Ettore Dell'Orto un cantautore che ci ha preceduto e mi è piaciuto tantissimo, io che mi annoio da morire a sentire solo chitarra e voce sono rimasto positivamente impressionato dalla freschezza delle sue canzoni. Nel nostro set ho suonato per la prima volta la stomp box, una scatola amplificata. All'inizio ero scettico ma una volta presa dimestichezza con l'arnese mi sono divertito a percuoterla sfruttando dita, palmi e pugni. Erano tanti anni che non facevo le ore piccole in un locale sui Navigli in un giorno settimanale, nonostante fossero le due passate ho approfittato del fatto che non avevo strumenti da caricare ed ho fatto una lunga camminata per tornare alla macchina, quando tutti dormono Milano è davvero affascinante.

Ettore Dell'Orto allo Zog in apertura al concerto dei Pocket Chestnut, guardando con attenzione in basso si puo' scorgere la stomp box.


Un selfie nel camerino dello Zog con Tum sul trono






Sabato scorso ci siamo avventurati in provincia di Forlì per suonare alla Cantina Diva di Bagno di Romagna. Il perchè ci abbiamo richiesto in un posto così inadatto alla musica dal vivo ancora mi è sconosciuto ma la paga era buona e non ci abbiamo pensato troppo, abbiamo caricato il necessario e ci siamo concessi un bel week end. Abbiamo capito solo quando eravamo sul posto il perchè del cachet. Il posto è un' osteria stretta e lunga dove è impossibile muoversi a causa della tanta gente seduta intorno a tavoloni da oktober fest. Lo scopo della festa era proprio quello di ricreare il tipico ambiente bavarese fuori stagione, tra polli arrosto e wurstel abbiamo suonato per una metà di avventori che ci hanno sostenuto ed acclamato mentre il resto degli occupanti si ingozzava guardandoci in cagnesco. Il pernottamento è stato molto suggestivo in una porzione di cascina ristrutturata in riva al fiume, adoro questa zona dell'Italia, anche solo per vedere i suoi panorami ci tornerei ogni fine settimana.


Pocket Chestnut @ Cantina Diva, Bagno di Romagna


Il luogo del pernottamento a Bagno di Romagna
Ieri sera concerto all'Ohibo' di Milano, forse perchè anche stasera suoniamo all'Home festival nella bolgia del fuori salone, forse perchè lunedì suoniamo al Magnolia forse perchè c'era sicuramente di meglio da fare (Joan as a Policewoman era solo una delle opzioni) il pubblico non era molto numeroso ma i presenti sono stati caldi e affettuosi anche con Massimo Dietnam che ha suonato prima di noi e con i The Swimmer, progetto molto interessante guidato da Mattia Barro (L'orso) con basi elettroniche, sassofono contralto e retroproiezioni calcistiche. Ero distrutto ma felice di poter tornare a suonare la batteria completa.



Set completo per il live all'Ohibo'