Introduzione
Sono fin da bambino un grande appassionato di calcio ed ho avuto la fortuna di vedere giocare dal vivo tantissimi campioni. Alcuni di loro sono stati per me degli autentici idoli. Mi hanno fatto esultare, altre volte soffrire e per ognuno di loro ho sempre provato i sentimenti che ogni tifoso dovrebbe dimostrare, in primis il rispetto. Sopporto mal volentieri coloro che osannano un calciatore che attraversa un periodo positivo e sono pronti a criticarlo alle prime difficolta'. Quando stimo un giocatore lo sostengo sempre e comunque, qualsiasi cosa succeda. Con questa premessa introduco una nuova rubrica che curero' periodicamente, una sorta di carrellata di tanti campioni, noti oppure meno conosciuti, che per me hanno significato qualcosa di importante in questo grande mondo chiamato calcio, sempre più simile allo show-business che ad uno sport. Di ognuno di loro ricorderò un momento particolare, una prodezza, una curiosità, un dettaglio che alberga nel mio cuore, attingendo da un bacino di ricordi contenuti nella mia testa che farebbe impallidire, ne sono certo, anche il mitico Gianni Brera. Tifo per il Pisa Calcio e per il Milan ed i campioni di cui racconterò avranno certamente militato in una delle due squadre del mio cuore, ma non necessariamente.
Eroi nel vento è una canzone dei Litfiba, una delle prime della loro produzione, non c'entra un bel niente con questo tema ma mi piaceva molto come titolo, così, liberamente, me ne servo.
Massimo Ambrosini è forse il calciatore più leale che abbia mai visto giocare al calcio. E' sempre stato uno dei miei incontristi preferiti e ho apprezzato la sua caparbietà nel gestire i contatti fisici anche al limite del regolamento rispetto al suo focoso subalterno, quel Gennaro Gattuso che anche i meno invasati conoscono. La mia simpatia verso il biondo n° 23 è anche sostenuta dal fatto che Ambrosini è un noto appassionato di pallacanestro, tifoso della Scavolini e non potrebbe essere altrimenti viste le sue origini pesaresi. Ieri Massimo è tornato al Meazza che è stata casa sua per diciassette lunghe (e spesso vincenti!) stagioni, vestendo questa volta un'altra maglia, quella della Fiorentina. L'immagine che consegno al blog ed a voi lettori è quella che mi si è palesata di fronte agli occhi in tutta la sua semplicità. Con la stessa foga di sempre Ambro cerca di segnare all'Inter un gol che vorrebbe dire pareggio. Siamo nei minuti di recupero e il bel tiro d'esterno è anche abbastanza angolato ma troppo debole per superare Handanovic. Sarebbe stato un bel colpo segnare sotto quella che è stata la sua curva ma purtroppo l'urlo è rimasto soffocato in gola, se ci sarà una prossima volta spero non sia contro di noi.