domenica 23 giugno 2013

Tallone da killer

C'è una sfortuna che mi è successa della quale non ho fatto menzione. Non è che questo blog debba diventare un bollettino medico del sottoscritto, suvvia, però in occasione del torneo tre vs tre di cui vi ho parlato nel post "mi piace na cifra" sono rovinato a terra dopo un rimbalzo ed è da due settimane che convivo col tallone sinistro gonfio e una distorsione di secondo grado con interessamento di tre legamenti, PAA, deltoideo centrale ed anteriore. Chi più ne ha più ne metta. Niente campetto per un mese e mezzo, una zoppia imbarazzante che  mi limita parecchio sul lavoro -ma dal quale non mi posso sottrarre- come dalla musica del resto. Dopo due settimane senza prove iniziamo la preparazione di un breve ciclo di concerti che porterà i Pocket Chestnut al grazioso Gatto' di Milano (il 15 luglio) poi sempre in luglio a Ivrea e Padova, in agosto al Montestella di Milano e a settembre a Cardano al campo vicino a Varese. Nel link che incollo sotto ci esercitiamo a casa mia nella cover suonata tra i tanti da Nat King Cole, Chuck Berry e Rolling Stones. Il brano e' intitolato "Route 66".

http://youtu.be/KwZuKZJZVsw


mercoledì 19 giugno 2013

La mia maturità

Oggi è un giorno da prova d'esame per molti studenti e ovviamente quasi tutta la stampa nazionale e l'informazione televisiva si adopera a resuscitare i servizi dedicati ai maturandi e alle loro notti prima dell'esame. Ho usato un termine catacombale perché è evidente in questi casi il mortorio di fantasia che delle redazioni nel riproporre lo stesso servizio ogni anno. La prova d'Italiano che inaugura gli esami di maturità è di solito considerata la più accessibile, apre le porte alle prove più efferate e si vive con leggerezza ma anche con emozione e grande rispetto. Ho un amico che si diletta nell'interpretazione dei sogni e lo fa anche abbastanza bene, un po' perché ha una bellissima proprietà di linguaggio, un po' perché essendo laureato in psicologia mette nella sua disamina quel tocco di professionalità che non guasta. Il mio sogno ricorrente è a suo dire il sogno di molti: ripetere l'esame di maturità. La spiegazione più breve è quella di sentirsi sempre sotto esame e con il lavoro che faccio non mi stupisco di questa analisi superficiale. Così in queste ore (ogni tanto anche da sveglio) ricordo quel giorno di diciotto anni fa. Ero doppiamente ripetente e fui ammesso per il rotto della cuffia con delle lacune nelle materie più importanti: ragioneria e tecnica bancaria. Per le prove scritte uscì proprio tecnica e copiai tutto il compito. Negli orali me la cavai abbastanza degnamente ma a rendere un poco migliore il voto d'uscita fu naturalmente il tema di Italiano. Ai tempi i voti venivano espressi in sessantesimi, partendo dal trentasei. Mi diplomai con trentanove. Ricordo ancora il commento del presidente: "lei deve ringraziare la sua capacità di scrittura che poco si addice ad un istituto tecnico per ragionieri ma visto che nelle sue ambizioni c'è la volontà di iscriversi alla facoltà di lettere le faccio il mio in bocca al lupo e stia lontano dai numeri, anche perché è palese che lei la prova di tecnica l' ha copiata." Sono andato a cercarmi in rete la traccia d'esame ed ho trovato quella del '95, eccola qui:

Il Rapporto Censis sulla situazione del Paese 1994 analizza la odierna condizione dei giovani in un capitolo significativamente intitolato La solitudine del mondo giovanile. Dai dati statistici registrati e dalle relative annotazioni risulta che la grande maggioranza dei giovani vive di buon grado in famiglia, senza però condividerne mondo sentimentale e valori morali. Il 70% afferma infatti che "solo con gli amici può parlare liberamente".
Quali, a parere del candidato, le ragioni di questa apparente estraneità spirituale dei giovani alla famiglia? Può essere questa situazione imputabile esclusivamente ad un fenomeno generazionale? O vi sono invece altre ragioni? Quali?

Sviluppai questa traccia prima per me e poi per due compagni di classe completamente negati per i temi, non ricordo se quella che consegnai per me era la migliore ma ricordo bene che in una delle tre mi ero concentrato sul termine "matusa". Partendo dal suo significato letterale preso direttamente dal dizionario misi l'accento principalmente su come con l'avvento del progresso era cambiato il modo di educare i figli ribaltando una parte delle responsabilità di questa difficoltà di comunicazione sul mondo adulto, chiudendo un'analisi personale abbastanza qualunquistica sul fatto che gli amici seppur importanti in una fase di formazione, con la crescita si dilegueranno ed i valori del gruppo verranno demoliti nel tempo da quello che, magari anche inconsciamente, la nostra famiglia sta provando ad insegnarci. Oggi la penso esattamente come allora con una differenza sostanziale. A quei tempi ne scrivevo per muovere le corde emozionali della commissione oggi ne scrivo perché lo penso veramente.

martedì 18 giugno 2013

Condivido



In questo brevissimo pensiero di Massimo Bergamini c'è tutta la mia filosofia nel tenere con cura questo diario. Un amico "virtuale" è riuscito a dirlo con poche righe a differenza mia nel post d'esordio "avevo un blog".

martedì 11 giugno 2013

Incontri

In occasione degli ultimi due live dei 'pocket' abbiamo condiviso il palco con persone davvero interessanti. A Como ho conosciuto una parte dei Dotvibes, gruppo reggae torinese. Per l'occasione erano in duo, il batterista prestato alla chitarra acustica e la protagonista, una ragazza dai tratti decisi, voce fascinosa e con un bel modo di fare. Mi rimarrà in mente una frase legata ad uno scambio di vedute sul vivere di musica. Non ricordo bene perché siamo caduti sul discorso. Beh, la considerazione era: "se ti accontenti di vivere con seicento euro al mese allora vivi di musica". Al di la di questo frammento deprimente gli auguro tanta fortuna, persone serie mediamente altezzose ma con un grande talento e capacità tecniche notevoli. La voce in particolare ha quel timbro profondo che si fa ricordare piacevolmente. Sabato sera i miei complimenti sinceri con tanto di acquisto immediato di un loro disco sono andati al trio There will be blood, blues graffiante da Varese, ben suonato con due chitarre e batteria. Belle persone che mi hanno letteralmente trascinato fin sotto il palco a godermi il loro show canzone dopo canzone. Consapevolezza nei loro mezzi ma grande umiltà e modo di tenere il palco semplicemente perfetto. Sguardi, battute, simpatiche pose e attenzione anche ai particolari, come ornare un freddo tendone con un festone da rivendita di macchine americane perché anche un minimo di scenografia fa lo spettacolo.
Bravi ragazzi, strada giusta. twbeblood



sabato 8 giugno 2013

Stasera @ Bergamo


L'ultima volta che ho suonato all'Edonè di Bergamo è stata in questa occasione con le ceneri dei Kech in una di quelle rare rimpatriate, diciamo una o due volte all'anno, dove riusciamo nonostante l'oceano che ci separa, ad esibirci sotto il nome Kinola suonando principalmente i brani ''country-folk da solista" scritti da Nicola dal 2008 ad oggi. Il ricordo che ho dell' Edonè è limpido. Era una di quelle sere di gennaio in cui il freddo glaciale e la sensazione di congelarsi mettendo il naso appena fuori dal locale era amplificata dal vento pungente che si incuneava tra le valli bergamasche fino a raggiungere la città. Una pioggerellina fitta mista a neve nel tragitto tra furgone e la porta secondaria del locale per scaricare gli strumenti bagnava ogni cosa rendendo il piastrellato una pista da hockey su ghiaccio.
Ai lati di questo circuito ragazzi e ragazze ci guardavano con ammirazione, credo per come riuscivamo a mantenere l'equilibrio. Raramente ho visto un club nella bergamasca così colmo di giovani appassionati di musica. Con tutte quelle attenzioni facemmo un concerto impeccabile, ci riuscì tutto alla perfezione ed a me piacque in particolare un'evoluzione con le bacchette sull'ultimo colpo che agli occhi di chi mi stava osservando in quel momento sembro' un vero gioco di prestigio. Lanciare le bacchette in alto, farle roteare e riprenderle al volo, dal lato giusto dell'impugnatura perfettamente in linea per suonare l'ultimo crash proprio sulla chiusura di "wrong about something" è una "baracconata" da Motley Crue, roba che se non ti riesce la figura è pessima ma in quegli attimi concitati, una volta lanciata l'evoluzione, non si puo' tornare indietro ed a me riuscì splendidamente.

Stasera ci torno per un mini festival all'aperto, il tempo si sta guastando.

la locandina del festival


giovedì 6 giugno 2013

Mi piace "na cifra"

E' terminata la stagione che ha visto il mio rientro sul campo dopo quasi un ventennio di digiuno dalla palla a spicchi e, abbandonata la palestra, si è aperta ufficialmente la stagione estiva al campetto. Ieri prima sgambata animata da un gran divertimento, giocare all'aria aperta al termine della giornata di lavoro è a dir poco curativo per lo stress che si accumula tra i tessuti e dentro la testa di un lavoratore frustrato come me. La partitella al campetto mi ricorda certi playground americani che ho visto qualche anno fa a NY e in Indiana, a Bloomington per la precisione. Giacche, cravatte e pantaloni adagiati dietro il canestro e manager che si confrontano con ragazzini in sfide all'ultimo tiro, dimenticandosi per un po' del cellulare del tablet, delle commissioni, delle scadenze. L'unica responsabilità è quella di fare centro dentro al cesto e vincere la partita solo per la gloria.

Amo le statistiche e con pazienza le ho tenute annotate per tutta la stagione. Pur essendoci davvero poco di cui andare fiero (basti solo un dato: 1 vinta contro 21 perse ma con l'attenuante che giocavamo in una categoria superiore rispetto al potenziale della squadra da qualche anno impegnata in seconda divisione mentre oggi milita in prima) per gli annali le riporto qui sotto dettagliatamente.

Presenze: 20/22
Quintetto base: 8/20
Media minuti giocati per partita: 23,60
Punti totali: 41
Media punti per partita: 2,05
Tiri da due: 17/68 (25%)
Tiri da tre: 0/2
Tiri liberi: 7/32
Rimbalzi difensivi: 40
Rimbalzi offensivi: 31
Palle perse: 23
Palle rubate: 18
Stoppate: 11
Falli: 57
Assist: 15

Si puo' solo migliorare...

Intanto però di 22 giocatori effettivi ne sono stati selezionati 4 per il torneo di tre vs tre che si svolgerà in Piazza Trento e Trieste a Monza domenica prossima, ed io, amico dei fanatici, sono tra gli invitati del team:Fosforo:

mercoledì 5 giugno 2013

Week-end of the year

Sì, quello appena passato è stato proprio il fine settimana dell'anno. La promessa che si sono scambiati Francesca e Roberto (sabato scorso sono diventati miei cognati anche formalmente) ha dato il via ai festeggiamenti che si sono protratti fino al giorno successivo. La splendida cornice del Lago di Como e un tempo clemente sono stati gli ingredienti base di una ricetta riuscitissima. Con pochi mezzi, ma senza improvvisazione, la famiglia di mia moglie si è trasformata in una efficace agenzia di wedding planners astuti e ricchi di idee.

L'arrivo emozionato della sposa accompagnata dal raggiante Papà

Poi c'è stato il fattore più importante per la riuscita di una festa, il pubblico, gli invitati insomma. Come in ogni cerimonia che si rispetti, il giusto ambiente sono in grado di crearlo i gentili ospiti, in questo caso ognuno col suo tocco di follia e originalità. Io ho fatto da cocchiere scortando la coppia di novelli sposi via lago a bordo del mio piccolo gommone di cui prossimamente scriverò, ed è stato un momento emozionante arrivare al luogo del primo rinfresco con decine di persone che applaudono e gridano "w gli sposi!" Per uno come me che si commuove anche di fronte al sindaco che legge allegramente gli articoli del codice civile è stato un modo per entrare in sintonia con molti invitati che non conoscevo personalmente. In ordine sparso si sono susseguiti baci, abbracci, brindisi, sorrisi, lunghe chiacchierate, fuochi d'artificio, lanci di petali, porzioni di carne alla piota, danze e riflessioni sulla vita.

Gli sposi consegnano le bomboniere


Il giorno successivo dopo aver consumato gli avanzi ed aver ascoltato i commenti felici degli ultimi ospiti pronti a ripartire sono andato a Como per suonare all'Ostello Respaù con i Pocket Chestnut. Quello di Santa Brigida e Respaù è un contesto incredibile arroccato sui colli che dominano Como, il forte vento ha messo a dura prova il pubblico, semplicemente delizioso. Persone di tutte le età attente, silenziose ed affettuose, si sono sobbarcate una salita a piedi non proibitiva ma neanche agevole e sono scese a valle con il buio dopo aver atteso la fine del concerto e averci letteralmente sommerso di complimenti. Molte volte ci vuole davvero poco per essere felici basta creare i presupposti prima dentro se stessi per poi con piccoli gesti e la consuetà umiltà trasmettere agli altri solo sensazioni positive.

Appena terminato il concerto sono assediato da fans "maturi"