giovedì 17 gennaio 2013

Make a stand


In questi giorni mi "perseguita" una canzone degli Yuppie Flu. E' alquanto strana la mia affezione verso questo gruppo. Quando erano in attività non li apprezzavo particolarmente, poi è cambiato tutto. Da un paio d'anni consumo la loro discografia e complice la selezione casuale alla quale ricorro spesso negli ascolti in cuffia, oppure in macchina, ho scoperto molte canzoni che riproduco a ripetizione e ancora non mi hanno stancato. La storia di me musicista si incrocia con quella degli Yuppie Flu su due palchi molto distanti tra loro in occasione di riuscitissimi festival indie. Nel maggio 2005 con i Kech abbiamo diviso il palco nel festival denominato "senza far rumore fest" a Cisano Bergamasco, due anni prima, (sempre con i Kech) avevamo vissuto l'esperienza di suonare al festival internazionale Ypsigrock in provincia di Palermo. In quella edizione divisa su più giorni gli Yuppie Flu erano headliner insieme agli ZU. Fu proprio in quel contesto indimenticabile che ebbi modo di covare un'antipatia verso la band di Ancona. Il tempo era stato inclemente, nonostante fosse agosto pioveva a dirotto ed il palco da sempre allestito senza copertura era completamente allagato. L'impegno degli organizzatori per far sì che tutto si svolgesse senza pericoli fu immenso ma non tutti i gruppi presenti dimostrarono un atteggiamento conciliatorio. Quando la pioggia iniziò a dare tregua, dopo l'iniziale rifiuto ad esibirsi, gli YF tornarono sui loro passi di fatto facendo slittare la nostra esibizione al giorno seguente. Era comprensibile data la buona fama del gruppo che il concerto avesse loro come protagonisti ma il comportamento spocchioso di fonico e band fu veramente irritante. Per un piccolo gruppo come il nostro che si era sobbarcato un viaggio estenuante fu veramente deprimente constatare nei "colleghi" comportamenti da star consumate, atteggiamenti in totale disaccordo con quella bellissima situazione. Per questo futile motivo mi trovai per anni ad ignorare una band che oggi considero la migliore nell'ambito indie italiano con cui abbia mai condiviso esperienze dal vivo. Tutto questo per dire che la traduzione letterale di 'Make a Stand' dovrebbe significare 'prendere posizione' e non sempre (per quel che mi riguarda) è quella giusta. Come ieri sera sul campo, un'altra sconfitta ed un'altra prova opaca del sottoscritto.   

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