martedì 29 gennaio 2013

Di tutto un po'

Ho volutamente lasciato passare qualche giorno per meditare bene sulla scorsa settimana. Sono successe tantissime cose e potrei parlare di ognuna con spassionata emozione per le piccole cose ma mi risulta difficilissimo sintetizzare ed accorpare in un unico scritto molte situazioni che appoggiate una sull'altra hanno animato sette giorni intensi. La banale raccolta delle figurine dei calciatori che ho iniziato dopo tre anni di assenza ha a che fare con il lato bambino che non vuole abbandonarmi e tra un pacchetto e l'altro da scartare l'inconfondibile odore di colla è quotidianamente sospeso tra cucina e sala da pranzo. Nel lavoro la direzione ha divulgato i dati che testimoniano la performance del 2012 e i numeri visti da diverse prospettive non sono così deprimenti come pensavo. Poi la musica con tutto il carico di entusiasmo e senso di libertà che sprigiona. Martedì scorso ho suonato improvvisando per due ore in una sgangherata sala prove di Milano in zona Forlanini con Andrea e Stefano aka Das - Panetti. Si tratta di un esperimento strumentale, un trio d'assalto basso/chitarra/batteria con frequenti intrusioni di Moog e Wurlitzer che forse non ci porterà da nessuna parte ma almeno per cio' che riguarda l'evasione di una sera ci spinge verso mondi lontanissimi. Con i Pocket Chestnut mi sto prepararando alla registrazione di quattro brani, le riprese di batteria saranno effettuate domenica 10 febbraio. Domenica scorsa abbiamo accompagnato Roberto Bonfanti nel reading del suo ultimo libro "Suonando pezzi di vetro". La serata si è svolta a Verderio Inferiore, piccolo paese sospeso tra provincia di Lecco e quella di Bergamo, di fronte a pochi intimi abbiamo riproposto il set acustico con il trolley al posto della gran cassa. Non eravamo molto concentrati ma il concerto è andato comunque bene. Poi c'è la tanto amata pallacanestro, l'Equipe ha sfiorato la prima vittoria stagionale. Sul campo di Triuggio si stava materializzando il successo figlio di un buon gioco in difesa e di coraggio in attacco, senza strappi eccessivi mettendoci concetrazione costante e voglia di stare in partita fino alla fine. Ci sono voluti tre tempi supplementari per decretare il vincitore che ci sopraffatto per un solo misero punto. La soddisfazione più che per una prova personale finalmente decente (5 punti realizzati, altrettanti rimbalzi, 3/4 ai liberi una stoppata ma anche la macchia dei 5 falli, quasi tutti inesistenti) è arrivata per il gran divertimento che la partita ha lasciato in ognuno di noi. E' passata più di una settimana e tra compagni ed allenatore ancora si citano gli episodi che fanno di quella serata il bello di uno sport di squadra, dove vincere non è la missione più importante ma divertirsi diventa l'unica ricetta del buon vivere.

Nessun commento:

Posta un commento