Nella nazionale dei miei calciatori eroici della quale fa già parte Ambrosini (vedi questo post) aggiungo oggi la figura del libero, ruolo chiave della difesa spesso associato alla maglia numero 6. La scelta iniziale è tra Baresi, Scirea e Passarella, ci penso su qualche minuto. Ho avuto la fortuna di vedere giocare il primo e l'ultimo, non sono certo invece di aver visto giocare dal vivo il mai dimenticato Gaetano Scirea. Ma in una galleria ideale dove oltre alla bravura è anche il carisma a dettare le regole per entrare in questa mia personalissima "hall of fame" non posso certo dimenticarmi di Gianluca Signorini. Ho due immagini di questo giocatore morto prematuramente di sclerosi laterale amiotrofica: una televisiva quando ormai debilitato dal male seduto in carrozzina viene spinto dai figli fin sotto la gradinata dei tifosi genoani che gli tributano un ultimo toccante saluto, l'altro ricordo è di un freddo pomeriggio piovoso di gennaio, primi anni novanta. Milan e Genoa pareggiano nel primo tempo sotto un diluvio che porterà poi all'interruzione della gara. Tra scivolate incontrollate, interventi fuoritempo e tuffi nelle pozzanghere, Signorini non butta mai un pallone a caso. La testa è rigorosamente alta a controllare tutto il reparto, guarda lontano dove i suoi lanci precisi trovano puntuale un compagno ad alimentare l'offensiva ma si spengono verso un destino che se lo porterà via troppo presto.
Eroi nel vento è una canzone dei Litfiba, una delle prime della loro produzione, non c'entra un bel niente con questo tema ma mi piaceva molto come titolo, così, liberamente, me ne servo.
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