mercoledì 11 settembre 2013

Ricordare -diario di bordo- seconda parte

Per leggere la prima parte: clicca QUI

"E intanto dimentico tutto, dimentico tutti..." mai amata Emma Marrone sia chiaro, ma questo ritornello che fa da traino ad uno dei suoi ultimi singoli si puo' considerare un vero tormentone estivo e grazie ad un airplay selvaggio mi ha torturato tutto il mese di luglio e quello di agosto. Proprio questa frase mi gira in testa quando prima di arrivare alla baia di Keri andiamo di bolina, così canto sottovoce e guardo il panorama. Kastor viaggia spedita inclinata su un lato, ci sporgiamo fuori bordo per equilibrare il peso. Il vento soffia a 16 nodi, non un granchè dice la ciurma ma per me è già sufficiente per acclimatarmi. L'andatura è divertente, arriva anche qualche schizzo che mi bagna. Sento il sapore del sale sulla pelle ed il profumo del mare. Sono passate due ore dal primo passo a bordo e sono già perfettamente ambientato, rilassato e pronto a divertirmi. Arriva il momento del primo tanto atteso bagno, non un granchè a dire il vero. Ancoriamo in un punto dove il fondo è di alghe, l'acqua è un po' torbida, calda e non da un grande refrigerio. Le mie aspettative si spostano di nuovo in barca per il primo pranzo a bordo ma sopravvaluto le qualità di cuoca con le quali si è presentata Pasqua. Il frigo funziona solo quando si va a motore e avendo veleggiato è rimasto spento per qualche ora ne consegue che l'insalata a base di pomodori, olive e feta è tiepida, la scatoletta di tonno che l'accompagna è la consolazione che serve a farmi capire che il cibo sarà più o meno questo. Nessun problema grave, convivo benissimo con le scatolette ma la temperatura un po' mi disturba. Bevo una birra (anch'essa tiepida) e sto fortunatamente lontano dall'alcol che consumano gli altri (Gin tonic e Campari con aranciata -neanche a dirlo- tiepidi). Trascorriamo qualche ora dividendoci tra il sole preso a prua e l'ombra del pozzetto dove un ampio tendalino crea le condizioni ideali per riposare. Non serve essere un armatore per capire che in otto su questa barca si starà stretti. Scordatevi l'immagine di chi sta sdariato e spaparanzato sulle panche posteriori a godersi il venticello cullato dal dolce rollio, se vuoi ripararti dal sole e farti un riposino a bordo di Kastor puoi riuscirci, ma devi stare seduto. Così quando qualcuno crolla tra le braccia di Morfeo per il troppo sole, i postumi del bere, oppure perchè semplicemente ha sonno, l'immagine che mi si para davanti agli occhi è quella che spesso mi è capitato di vedere quando qualcuno cerca di dormire sulle scomode sedute dei vagoni in metropolitana.
Vivi e Pasqua @ isolotto di Keri
Verso le cinque ci spostiamo a ridosso dell'isolotto. E' talmente vicino che ci andiamo a motore così ricarichiamo un po' le batterie, facciamo andare le pompe di sentina, gli scarichi dei bagni e mettiamo in funzione il frigorifero. Abbiamo evitato di approdare sull'isola perchè fin dal mattino ci è parsa troppo affollata.  Arriviamo nel piccolo golfo, ci siamo solo noi ma durerà poco. Dopo aver ancorato passano dieci minuti e siamo contornati da motoscafi che ci puntano a tutta velocità insieme a barconi con la musica a palla stracolmi di turisti che vengono letteralmente catapultati in acqua. Il motivo è semplice: il fondale è stupendo, il colore degrada dal verde smeraldo al verde acqua, poi nello spazio che ci separa dalla terraferma assume i toni del turchese. A sud, nella parte più riparata dell'isolotto, due grandi grotte comunicano tra loro e stando attenti a non farsi tagliare dalle eliche di qualche incivile che vuole entrarci col motoscafo, si vedono dei riflessi di luce che mi ricordano le riprese subacquee dei documentari sul canale National Geographic.

Le grotte dell'isolotto di Keri
Dopo questa sosta bellissima che si protrae fino al tramonto arriviamo al golfo dove dormiremo. Faccio una lunga nuotata tra le barche in rada, siamo tra le ultime a posizionarci. Ho voglia di stancarmi, realizzo solo una volta salito a bordo che seppur in un mare pulitissimo tra quelle venti barche ormeggiate qualcuno starà di certo scaricando e potrei aver nuotato nella merda. Mi faccio una doccia veloce per scacciare il pensiero. Scendiamo a terra in due viaggi a bordo del piccolo tender, a remi visto che il fuoribordo non vuole saperne di partire. La cena è molto buona, io prendo un gyros plate, gli altri si dividono tra tonno scottato e branzino, il capitano si distingue con una pecora al cartoccio. La prima giornata di mare si è fatta sentire, domani lasceremo Zante è ora di tornare a bordo per la prima notte in barca. Prima di lasciare il ristorante il cameriere ci obbliga a bere un Raki con lui, una specie di grappa molto forte che ci aiuta a digerire. 

Continua...

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