venerdì 7 dicembre 2012

L'antidoto

L'esaltazione della violenza anche se accecati da trance agonistica è un comportamento stupido, per me è  semplicemente da ignorare prima ancora di condannarlo. Non si tratta di assumere un comportamento da bacchettone di fronte a un confronto con un avversario, è questione di educazione civica e sportiva. Mi è capitato poche volte di litigare fino al punto di menare le mani, credo di poter ammettere con grande candore di averle più prese che date in tutti i miei trentotto anni. Pero' ne parlo. Trovo pericolosissimo litigare in auto per esempio, non reagisco mai anche di fronte ai comportamenti scorretti messi in atto dai più frustrati automobilisti. Nello sport è diverso, a meno che si stia parlando di baseball, tennis, ping pong o pallavolo il contatto fisico è inevitabile, il body check se si vuole dare un tono internazionale alla cosa, ma è forse più opportuno chiamarlo semplicemente scontro, puo' assumere contorni sfaccettati. In pratica qualche animale puo' finire a fare a botte. E così è andata mercoledì sera se ancora non si è capito. Ho avuto un mal di stomaco perforante dopo che un mio compagno di squadra ha colpito al volto un avversario e ho preferito ignorare qualsiasi cosa sia avvenuta dopo. Il mio antidoto per provare almeno solo un senso di pena nei confronti di chi eccede, questo e' il riassunto.Pero' ne scrivo. Non si possono ignorare invece i quarantadue punti subiti, ed è la stata la conseguenza naturale al fattaccio. C'è stato un momento nell'ultimo quarto in cui la resa non programmata è stata quasi automatica come se ci fossimo detti che farci massacrare sportivamente era la cosa migliore da fare. Il giorno dopo con qualche pensiero sulla vicenda che ancora mi girava in testa ho ottenuto l'idoneità medico sportiva.

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