martedì 28 aprile 2015

Viale Caprilli

A Milano è stata aperta  la fermata delle metropolitana "San Siro" e nei tanti servizi che ho letto in queste ore su questo tema ho trovato questa pagina di giornale. In occasione dell'evento un lunghissimo articolo sarebbe piaciuto scriverlo anche a me.

Il servizio della foto applicata sopra è del 1964, oggi grazie all'Expo la fermata per lo stadio è diventata realtà. Fa una certa impressione leggere come si fantasticava a quei tempi per questo progetto che avrebbe dovuto "decongestionare di colpo" gli ingorghi automobilistici. Nei primi anni '80 la giunta di allora impedì alle auto di arrivare davanti allo stadio dal lato nord, l'unico modo per arrivarci era aggirare l'ippodromo del trotto e giungervi da piazza Axum, un giro infernale da percorrere in coda col rischio di fare tardi e salire sugli spalti a gara già iniziata. Prima che un'altra giunta si inventasse con l'occasione dei mondiali del '90 di organizzare un servizio autobus gratuito chiamato "bus-navetta" l'unica opzione per chi arrivava da Piazza Stuparich era lasciare la macchina vicino al Palalido e avventurarsi a piedi. Si è disputato da poco l'ultimo derby tra Milan e Inter e la nuova fermata  della linea lilla inaugurata proprio il giorno seguente rispetto alla stracittadina sarà d'ora in poi finalmente utilizzata dalla maggior parte dei pigri sostenitori per arrivare a ridosso dei cancelli dello stadio Giuseppe Meazza. Mi è venuto in mente il lungo viale che porta all'impianto e a quante volte lo percorrevo per andare a vedere le partite ed a questo luogo avrei dedicato il mio articolo snobbando il crepuscolare metro. Non ho fatto un'accurata rassegna stampa ma credo che sarei stato quantomeno originale parlando dell'ormai "liberato" Viale Caprilli.

Questa strada tanto cara per altri motivi anche a Roberto Vecchioni fino al punto da ispirargli uno dei suoi più grandi successi (Luci a San Siro non parla di sport bensì delle prostitute che di notte affollavano Viale Caprilli negli anni '70) l'ho percorsa centinaia di volte ed ognuna era diversa dall'altra. La fermata della metropolitana più vicina per arrivare allo stadio dalla periferia nord prima appunto della nuovissima "San Siro" è in Piazzale Lotto a circa due chilometri e mezzo dal Meazza ed è stata fino ad oggi per molti "forestieri" l'unico modo per raggiungere lo stadio. "Lotto" sgorgava ogni domenica migliaia di tifosi in superficie riversandoli sul lunghissimo Viale Caprilli. Ricordo le lunghe camminate cariche di emozione prima dell'inizio degli incontri decisivi, l'interminabile viale alberato con le alte mura oggi adornate da bellissimi murales a recintare l'Ippodromo del galoppo dove qualche spavaldo si fermava a pisciare fregandosene del via vai di persone alle sue spalle, le bancarelle con le frittelle e i furgoncini carichi di bandiere e cuscinetti a litigarsi la posizione migliore sotto gli altissimi platani. Intorno a quel trambusto un'aria di tensione sospesa come la nebbia che aleggiava prima delle partite più tese e combattute era possibile non solo respirarla ma persino toccarla. Questo viale è stato spesso teatro di scontri tra i tifosi e c'era sempre da stare all'erta per chi in trasferta si presentava con sciarpe e vessilli in bella mostra.

Il lato opposto all'Ippodromo l'ho sempre trovato affascinante contraddistinto da larghissimi marciapiedi dove si praticava il posteggio selvaggio "riservato" a chi riusciva ad aggirare i blocchi dei vigili. Su quelle sponde era frequente avvistare qualche improvvisato parcheggiatore abusivo della domenica. Gli appellativi "capo" "dotto'" "paisà" "uaglio'" dipendevano dalla provincia leggibile sulle targhe. Qualche volta quando ero in anticipo rallentavo il passo e mi soffermavo a guardare le bellissime case affacciate sulla strada. Quasi tutte avevano le tapparelle abbassate oppure spesse inferriate a proteggere le abitazioni da quell'invasione di persone. Sono tutti condomini bellissimi e mi risulta che comprare una casa in quella zona sia sempre stato molto costoso nonostante questo evidente disagio domenicale e il degrado notturno che faceva di quel viale poco illuminato una zona poco raccomandabile per passeggiarci. Alla fine della lunga camminata il Meazza appare immenso, a chi lo vede per la prima volta puo' fare anche una certa impressione. A centinaia di metri da quel massiccio di cemento si riescono a udire i cori dei tifosi e se ci si sofferma a guardare attentamente le persone è impossibile non accorgersi che alla fine di viale Caprilli tutti sono emozionati e accelerano nervosamente il passo.

Ciò che non dimenticherò mai è percorrerlo al contrario nel tragitto di ritorno con il carico di gioia o di insoddisfazione a seconda di come era terminata la partita. L'aria si faceva rarefatta tra gli sbuffi di gasolio dei furgoni e il pensiero della settimana che stava per ricominciare sembrava un fumetto sopra le teste delle persone. Mi accodavo a qualcuno con la radiolina per sentire i commenti e i risultati dagli altri campi ed il viale che all'andata sembrava interminabile ma piacevole da percorrere diventava improvvisamente faticosissimo nonostante fosse in leggera discesa. Nessuno sposterà viale Caprilli con il suo carico di ricordi dentro la mia testa ma andare fin sotto lo stadio in metropolitana col beneficio della comodità non sarà più la stessa cosa. Spero che qualche nostalgico come me continui a sobbarcarsi quel tragitto così suggestivo, mi farà sentire meno solo a ricordare quanto era magico far iniziare l'emozione di assistere a una partita di calcio ben prima del fischio d'inizio.   



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