Ieri mi attendeva un doppio impegno, il rientro al lavoro dopo un mese di assenza e un concerto serale con i Pocket Chestnut alla Cascina S.Ambrogio, un luogo storico che ricorda Milano com'era una volta prima della cementificazione massiccia delle zone periferiche.
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Cascina Sant'Ambrogio, Milano. Foto di Ambrogio Holder |
Se il rientro in concessionaria è stato abbastanza traumatico si puo' dire che la serata l'abbia vissuta con uno stato d'animo opposto. Al mattino provavo a grattare la ruggine dentro la testa, non mi ricordavo le password di accesso ai programmi, i passaggi più semplici per iniziare un preventivo sembravano scogli insormontabili e una mole impressionante di e-mail da leggere contiribuivano a crearmi un certo stato di agitazione che provavo a combattere con il metodo che ho messo a punto in qualche proficuo incontro di coaching. Si lavora con la testa, ci si concentra sulla mente, da essa dipendono, a cascata, le emozioni, quindi le relazioni, il fisico e lo spirito. Ho provato a gestire l'ansia con una fatica immensa che mi ha portato all'ora di pranzo ad alzare bandiera bianca e tornarmene a casa abbastanza preoccupato promettendomi di riprovarci nuovamente lunedì. Il rientro doveva essere graduale e così sarà, mi dico. Il sole tramonta poco dopo le venti e quando arrivo alla cascina per montare la batteria porto con me il mio strumento e il mio corpo riposato grazie a qualche ora di sonno ristoratore che mi sono concesso nel pomeriggio. Sto molto bene, mi sento sicuro, sto sempre così quando ho il mio set, conosco i suoni, li rendo profondi, lunghi, caldi grazie a un accurato giro di accordatura.
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L'accordatura del rullante |
Ho il vantaggio che saremo l'unico gruppo in programma, la situazione ideale per trovare la tranquillità e fare un buon concerto. L'associazione Cascinet con la sua anima sonora denominata Hum ci accoglie bene, l'attrezzatura è minimale e il fonico si improvvisa ma riparano all'inesperienza con la gentilezza, ci assistono in tutto quello che serve. Dobbiamo suonare per più di sessanta minuti e non abbiamo preparato un set così lungo. Cioè lo abbiamo allenato ma temiamo che possa annoiare sorbirsi un'intera ora abbondante di acustic folk. Decidiamo di inserire in scaletta buona parte del primo disco "Bedroom rock n' roll" quasi tutto il secondo "Big sky empty road" due cover e due brani nuovi dei cinque che stiamo provando in questi mesi. L'area concerto si riempie e mentre passeggio nel campo circostante mi concentro e osservo la raffineria che confina con la cascina, le luci rosse al vertice della struttura circolare mi ricordano un aeroporto. Temevo che i tanti ragazzi arrivati in questa specie di centro sociale fossero lì per tanti motivi ma non per sentire i Pocket Chestnut e invece già alla seconda canzone il pubblico si avvicina al palco, collabora, partecipa ai cori, si diverte. Mi sento bene e quando arriva il momento dell'ultima canzone ne vogliono ancora. Ci congediamo molto soddisfatti e sono dello stato d'animo giusto per pensare che questa sobrietà che mi accompagna è proprio una gran figata.
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La mia session custom e i Pocket durante il soundcheck |
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