giovedì 28 febbraio 2013

La ragione delle mani


Chi mi conosce personalmente sa che è praticamente impossibile arginare la passione che mi porta da quasi venti anni a seguire i Massimo Volume. Nel vecchio blog ne parlavo spesso, un po' perchè l'orizzonte temporale di quegli scritti aveva origine nel periodo del loro scioglimento, quindi la mancanza di materiale nuovo accresceva il desiderio di rivederli su un palco portandomi a riascoltare continuamente la "vecchia" produzione emozionandomi anche al milionesimo ascolto, un po' perchè una decina di anni fa spinto da questa assenza scoprivo la carriera letteraria del loro frontman Emidio Clementi. Divorato in poche ore il primo libro di racconti "Gara di resistenza" ordinavo nella mia libreria di fiducia tutti gli altri romanzi apprezzando (a tratti) il secondo "Il tempo di prima" fino ad innamorarmi di quella che considero la sua miglior pubblicazione: "La notte del pratello". Il libro successivo uscito nel 2004 per la Fazi editore intitolato "L'ultimo Dio" mi diede lo spunto per scoprire uno dei suoi scrittori preferiti, l'immenso Emanuel Carnevali, ho poi concluso la raccolta cinque anni fa acquistando "Matilde e i suoi tre padri" forse il libro per il quale avevo più aspettative (considerato che arrivava dopo quattro anni di attesa per una nuova pubblicazione) ma nel complesso quello che ho apprezzato meno. Una volta riformati i Massimo Volume ho conosciuto personalmente Emidio prendendomi la libertà di chiamarlo amichevolmente Mimì. Qualche volta ci scriviamo una mail o un messaggio sul telefono come due vecchi amici ma solo per puro caso,ieri sera ho saputo del reading ispirato al nuovo libro uscito a fine 2012 "La ragione della mani" organizzato dal Tambourine di Seregno un piccolo locale brianzolo distante cinque minuti di macchina da dove scrivo in questo momento. Ho sentito solo un racconto ma ho apprezzato molto la lettura e il valoroso contributo musicale di Corrado Nuccini. Al termine della serata c'è scappata una bella chiacchierata e anche una dedica spontanea.

lunedì 18 febbraio 2013

Pot-pourri

Come da settimane dicono in televisione il picco dell'influenza che colpirà gli italiani arriverà per metà febbraio e come un orologio svizzero, puntualmente, da ieri ha messo k.o. anche me. Prima di finire ad impasticcarmi tra antibiotici e tachipirina ho fatto in tempo a registrare quattro nuove canzoni per i Pocket Chestnut sotto la supervisione di Lorenzo Casati presso il Dolmen di Sesto San Giovanni. E' stata una bella sessione di riprese dove ho avuto l'opportunità di suonare un set di piatti vintage di altissima qualità, in particolare un crash Bosphonus ha impreziosito la performance, nella foto sotto è l'ultimo alla mia destra.



Purtroppo sempre per motivi di salute sopra citati non ho potuto onorare l'impegno che vedeva i Pocket Chestnut live ieri al TNT di Milano, via sms la band mi informa che "è andata bene anche se con te poteva andare gran meglio". Passando dal tema musicale a quello sportivo mi piacerebbe rinascere come ha fatto Antonios Fotsis ieri a Roma ma purtroppo anche l'ultima partita disputata è stata fallimentare sia per l'Equipe che per il sottoscritto, mi godo solo un'immagine scattata dagli spalti durante l'intervallo.


Concludo questo pot-pourri riportando i risultati della giuria popolare che da qualche anno il giorno della finale del festival di Sanremo si riunisce a casa mia a bere e mangiare con la scusa di decretare il vincitore del concorso canoro più famoso d'Italia. Al primo posto si è piazzato Elio e le storie tese, al secondo Daniele Silvestri e al terzo Simone Cristicchi. Nella realtà tra questi tre, solo il gruppo di Elio si è veramente piazzato sul podio. Il reale vincitore, Mengoni, lo abbiamo dato per quinto, i Modà invece,sempre a parer nostro, meritavano il penultimo posto.

da sinistra a destra: Tum,Mariele,Vito,Sara,Beppe,Silvia (Pol in piedi al telefono) Vivi. Non ancora arrivati al momento dello scatto Paul+Paula, collegati via skype da Fort Wayne, Indiana, Giovanna e Nicola


venerdì 8 febbraio 2013

Liberamente

Nelle ultime due partite di pallacanestro ho totalizzato 0/10 ai tiri liberi. Questione di frustata sbilenca non direi, nessun libero era poi così indecente,  resta comunque il dato e un bel po' di frustrazione in particolare per la statistica prodotta nella prima delle due gare. Andare quattro volte in lunetta senza buttarla dentro è stato davvero deprimente. La sintesi potrebbe essere questa: in allenamento quasi impeccabile in partita inguardabile. Questione di testa, respiri lunghi e mente libera, questi i trucchi del mestiere trasferiti del mio mentore. Ora archivio tutto e penso a domenica prossima, mi aspetta la session di registrazione batterie per il nuovo album dei Pocket Chestnut, quattro canzoni da aggiungere ad altre già registrate ormai un anno fa. Dopo aver insistito tanto per suonare in studio sono stato accontentato e non posso fallire anche perchè paghiamo. Già, sarebbe bello essere pagati per farlo ma questa è un'altra storia.