mercoledì 23 dicembre 2015

Silenzio

Grazie Lola! Da quando sei arrivata ho imparato ad apprezzare il silenzio.

Lola @ Parco di Monza

sabato 5 dicembre 2015

Venne il giorno

Per suonare uno strumento musicale sarebbe opportuno avere per prima cosa la voglia di apprendere e di esercitarsi, un minimo di predisposizione alla musicalità, costanza, abnegazione, spirito di iniziativa, ricerca del divertimento anche quando esteticamente grandi sollazzi non ce ne sono, tempo e soldi da spendere. Ovviamente questo elenco è soggettivo, in alcuni casi potrebbe essere anche parziale e riduttivo, c'è da considerare per esempio quali aspettative si ripongono nel termine "suonare".

Di recente ho visto il film Whiplash e nel mio caso è bene specificare che non ho mai desiderato diventare il primo batterista di un'orchestra. Dimenticavo un fattore determinante quando ci si siede su uno sgabello per suonare la batteria: la predisposizione al ritmo. Si può imparare a tenere il tempo anche se non si ha un metronomo al posto del cervello ma uno dei primi stimoli che porta un individuo ad avvicinarsi a piatti e tamburi (dopo la voglia di fare casino) è sicuramente uno spiccato senso del ritmo e la capacità di coordinarsi. Il mio battito all'interno dei Pocket Chestnut ha iniziato a perdere colpi e a mancare di coordinazione circa cinque mesi fa. Questo impegno, seppur limitato in termini di ore settimanali da dedicare alle prove e ai concerti, mi ha fatto gradualmente disaffezionare da tutto quello che riguarda il suonare in un gruppo, in poche parole ho perso il ritmo.

Dopo cinque anni trascorsi nella band arriva il momento di farmi da parte e lasciare che i Pocket continuino senza di me. La decisione è stata ponderata e solo il tempo mi dirà se ho fatto bene oppure no. In questo preciso momento le impressioni sono positive. Sento di aver dato tutto quello che potevo dare, continuare ad insistere contro voglia quando si parla di un divertimento è una forzatura inaccettabile.
Ho provato a grattare questo senso di disagio e resistere ma iniziavo a scorticarmi. Molte volte con i Pocket abbiamo risposto ad interviste che siamo un gruppo di amici che suona e si diverte, all'esterno abbiamo dato questa versione che però ognuno di noi al proprio interno sa che rappresenta una risposta di facciata.
Di questa esperienza mi rimarranno comunque molte cose belle da raccontare e le tirerò fuori periodicamente andando a ritroso nei ricordi come spesso mi piace fare. Lo farò a voce seduto a un tavolo di un pub come una vecchia rockstar mancata che le spara grosse, oppure per iscritto qui sul blog dove quando posso alimento la quantità di ricordi accumulati in questi anni di attività.

All'infaticabile Tum con la sua insaziabile voglia di provare godimento ogni volta che sale su un palco, alla mancanza di entusiasmo del bravo Paolo, capace nonostante il nostro scarso livello di viversi la compagnia e far emergere le canzoni del gruppo superando i tanti limiti tecnici dei suoi membri, a Pol che nella sua corazza ha accolto spesso i miei turbamenti con grande disponibilità ad ascoltarmi e a trovare soluzioni e infine a Stefano che quando è stato dei nostri nei concerti ha portato melodia e calore al suono dei Pocket, rivolgo un ringraziamento che parte dal profondo del cuore. Se il futuro è tutto da scrivere il passato vissuto con loro sul palco e in sala prove non sarà mai dimenticato.

Ho commesso la leggerezza di postare su Facebook un breve messaggio per comunicare questa mia decisione ed ho ricevuto dagli amici che seguono la band molte risposte in cui sono dimostrati sorpresi e dispiaciuti. Un immenso grazie anche a tutti voi che mi avete sempre incoraggiato.


28/11/2015 sul palco dell'Acropolis di Vimercate