Nove anni fa aprivo un blog chiamato la zuppa è servita. Se oggi, a più di due anni dalla chiusura di quella pagina, sono di nuovo di fronte a un computer a pubblicare uno scritto posso considerarla un'esperienza positiva. E' una di quelle "cose che rifarei" possibilmente meglio rispetto ad allora.
Avere un diario è sempre stato per me più che un passatempo fin dalla prima adolescenza. Scrivere mi provoca un senso di benessere, una sorta di liberazione interiore e quando non lo faccio è come se alla giornata manchi sempre qualcosa per ammettere che sia veramente finita. I primi diari li ricordo "griffati" prima Ziggy poi Lucky Luke poi nei primi anni novanta la mitica Smemoranda (di cui serbo un ricordo particolare dell'edizione del '93 -quella nera con costola verde- per intenderci). Non ne ho conservato nessun esemplare e sono contento di questa rottamazione. Credo che rileggerli oggi mi sconvolgerebbe molto. I contenuti si mescolavano tra loro in non meglio specificate sezioni. Scrivevo quello che mi accadeva giorno dopo giorno cercando il più possibile di rispettare le date.
Si susseguivano scritti sullo stato d'animo di un quattordicenne semi tormentato, le condizioni climatiche, descrizioni di amici, compagni di classe, professori, fatti che li riguardavano, sogni, banalissime istantanee di vita scolastica, appunti sul calcio giocato, su quello parlato in tv e tanto altro. Corredavo le pagine con i biglietti delle partite, ritagli di giornale, fotografie. Non sono mai stato riservato oppure geloso di quei fogli di carta rilegata che più passavano i mesi più diventavano sformati fino a rendere panciuta la copertina rigida. Se anche ci fosse stata una chiusura a lucchetto per non fare leggere quello che scrivevo (tipico modello anti intrusione di solito preferito dalle femmine) avrei lasciato sempre infilata la chiave. In questo particolare ero in totale disaccordo con le battute che uno dei miei eroi cinematografici, George, il padre di Marty Mc Fly in Ritorno al Futuro pronuncia (nello specifico il George giovane durante il primo episodio epoca 1955) quando gli viene chiesto cosa stesse scrivendo: "Uh, stories, science fiction stories, about visitors coming down to Earth from
another planet" e di fronte alla sorpresa di Marty che vuole all'istante leggerne qualche riga aggiunge "Oh, no, no, no. I never, uh, I never let anybody read my stories" concludendo con "Well, what if they didn't like them, what if they told me I was no good? I guess
that would be pretty hard for somebody to understand".
Ne la zuppa è servita avevo aggiunto un sottotitolo che era proprio l'ultima battuta di quel dialogo, in totale disaccordo con il semplice fatto che la pagina internet è pubblica e quindi consultabile da tutti coloro che conoscendo l'indirizzo ti vengono a trovare. In realtà pur scrivendo cose personali non me ne fregava nulla del giudizio degli altri. E anche quel possibile "You're no good" che legittimamente potevo aspettarmi da qualcuno non avrebbe scalfito la nuova avventura impedendole di prendere forma. Col passare del tempo sono stato sconfitto dalle difficoltà della piattaforma passata gradualmente da clarence a dada e quindi sovente modificata con linguaggi pur sempre in html ma poco accessibili da chi come me voleva, di tanto in tanto, solo dare un'aggiustatina alla veste grafica. Si poteva migrare, è vero, ma dopo un lungo tempo di staticità, senza che mi venissero notificati particolari preavvisi tutto è finito in un cestino cosmico in qualche angolo del web. Forse è stato meglio così, finire per poi un giorno ripartire.
C'è stata poi un' altra amara constatazione, mi sono accorto dopo qualche mese di scrittura intensa di essere poco sincero con il mio diario in rete. C'erano persone che era meglio non descrivere ed altre che era meglio non nominare, fatti che restavano solo accennati ed altri cosparsi da un fatale mistero allungati fino ad fuoriuscire dallo schermo. Provare un senso di liberazione, questo per me voleva dire scrivere a mano un diario e con l'ingresso in rete non era più così. Ricordo il settimanale Cuore , lo leggevo volentieri una ventina di anni fa prima che scomparisse dalle edicole e ricordo molto bene la classifica dei piaceri della vita, nelle prime posizioni c'era quasi sempre "cagare". Una sorta di liberazione anche quella. La merda non è diossina (cit. Pol), non uccide, se qualcuno legge pagine merdose scritte di merda non si arricchisce, anzi arriccia il naso come quando c'è il camion degli spurghi sotto casa. E allora cosa fa questo qualcuno? Chiude le finestre, se ne va da un'altra parte e, se può, cerca di non sentire la puzza tappandosi il naso. Eccomi tornato quindi, ho tranquillamente omesso il ben che a volte lo precede, più o meno il nuovo blog sarà così.